Oggi parlerò di un paio di cose, anche perché sono correlate tra loro… e perché mi va.
E parliamo delle ultime due fatiche di JK Rowing. Entrambi sono suoi soggetti, di entrambi lei ha fatto la sceneggiatura, entrambi usciti quest'anno.
Una cosa in generale: mi verrebbe chiedere all'autrice di tornare a scrivere normalmente, ma vuole avere un massimo rendimento col minimo dello spreco di energie, ma tutto poteva essere più succoso: aveva tutti i presupposti.
Sono andata di recente a vedere l’ultima opera del mondo potteriano e non posso dire di essere del tutto entusiasta. Lo ammetto: gli ultimi 3 film della saga non li ho guardati al cinema, ma in fondo non sono una di quei fanatici che devono avere ogni cosa.
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| I salvatori dell'intera umanità |
La storia è facile e lineare. Comincia con l’arrivo di Scamander (un po’ lo sfigato di turno) a New York con una valigia che forse dovrebbe aggiustare. Subito si trova con uno Snaso che scappa (e con lo Snaso le Gag sono davvero carine) e lui che lo rincorre, coinvolgendo anche un babbano (o Nomag, perché ovviamente dovevano cambiare il nome…), una ex auror e la sorella che è una legilimens che a quanto pare è una predisposizione naturale che lei ha. Ovviamente capita proprio in quei giorni che un mostro si aggira per la Grande Mela e si ritrovano a pensare che sia uno degli animali di Scamander ma lui riconosce subito l’errore e poi alla fine salvano non solo New York, ma anche l’ordine di segretezza del loro mondo.
| Il vero protagonista di tutta la storia. Senza di lui non ha senso guardarlo. |
E devo dire che in generale, la storia è bella, innegabile… ma la questione “animali fantastici” per me doveva essere sviluppata meglio. Io mi aspettavo molto di più e per più di due ore di film, scusatemi, ma mi aspetto che non me li facciano comparire davanti per dirmi esistano, ma devono partecipare davvero alla storia. Due ore, santo piffero! Due ore!!! Anzi, per la precisione 133 minuti. Sono tanti e potevano interagire di più nelle vicende. E sì, non ditemi “non potevi aspettarti di meglio”, perché con i soldi di produzione spesi e quelli che ci guadagnano potevano anche applicarsi.
Anche perché, intendiamoci: se proprio mi riguardavo ghostbuster 4 che è molto più bello ha una trama è più credibile.
Ammetto che anche Grindelwald mi ha un po’ lasciato con la bocca storta. Non mi interessa che sia Jonny Depp o altro, a parte che io me lo aspettavo comunque con tutt’altro aspetto ma su questo posso soprassedere, ma alla fine c’è qualcosa che stride. Cosa? Beh, per chi non ha visto e non vuole spoilerate consiglio di smettere di leggere dopo questa affermazione: bello sì, ma ha delle magagne. In effetti il personaggio è bello, nulla da dire, ma se uno si aspetta del caffè, fa strano ritrovarsi del tè, anche se forte. Non è caffè, ecco.
Ora comincia lo spoielrone.
Quando compare Grindelwald viene bloccato da Scamander, e fin qui va bene. Ma quando il primo ministro americano (e non rompete il cacchio perché sbaglio la definizione, puristi del piffero) dice di “alleggerite il signor Graves della sua bacchetta” ovviamente nessuno lo fa, non dovrebbe farlo… ma invece… la cara Tina lo disarma e si prende la bacchetta. Ora, se abbiamo visto o letto cosa succede negli altri libri, sappiamo che basta questo e non necessariamente sconfiggere il mago che possiede la bacchetta di sambuco per diventarne il padrone: Draco non ha sconfitto, né ucciso Dumbledore, l’ha solo disarmato. Quindi la futura signora Scamander diventa la nuova proprietaria della bacchetta. Quindi Harry sarebbe dovuto morire, o sbaglio? Per cortesia, uccidete davvero Harry Potter una buona volta. Perché sì, a me non è mai piaciuto.
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| Eddie Redmayne che prende per il culo i liberi di Harry Potter e soprattutto il finale della saga. |
Cheppoi… parliamoci chiaro: era palese la predilezione per Grindelwald di Graves, ma per me che fosse davvero lui mi sa tanto di scivolone. Anche se letto in quella chiave il dialogo su Dumbledore prende tutto un altro (romantico – ma io sono una fan della coppia DumblyXGrindy) sapore. Ma sono serio, se non mi mettevano lui come Grindelwald andava comunque bene lo stesso, ma forse volevano garantire che ci fossero stati altri film.
Lo spoiler sul secondo film invece era prevedibile: molto in stile.
Harry Potter e la Maledizione dell’Erede
Me lo ha regalato mia sorella. Io aspettavo di comprarlo per vedere in primis se al libraccio potevo prenderlo a metà prezzo e poi se facevano ulteriori offerte. Non perché non volessi leggerlo, ma perché ero urticata dalla decisione della Rowling di scrivere altro. Si è liberissimi di decidere di ricominciare a scrivere, ma qui è tanto palesemente motivato dal guadagno e non altro. Chiunque sia appassionato di lettura e scrittura sa che i personaggi che si ha in testa rimangono dentro da che nascono a che muoiono e gli autori sanno sempre come va avanti o come è stato quel mondo, quindi è facile da credere che lei sapesse cosa è successo.
La storia è semplice e complicata allo stesso tempo. Harry e suo figlio Albus non sono proprio migliori amici. Albus non vive bene la sua vita scolastica e vive male la presenza ingombrante del genitore. Harry è invece in difficoltà come padre perché la voleva semplice come gli altri figli che non hanno a quanto pare mai problemi. Albus ha un amico, un solo amico, e questi è Scorpius Malfoy la cui vita è rovinata da una madre in cattiva salute e il sospetto del mondo magico che lui sia in verità figlio di Voldemort. Poi accade il fatto: Harry trova in una retata una giratempo e il signor Diggory (che ne è venuto a conoscenza) la vuole per riportare in vita il figlio Cedric. Albus ascolta la conversazione e conosce Delphin, nipote del vecchio mago. Da qui le cose si evolvono tanto che Albus e Scorpius finiscono con lo scappare dal treno (che dimostra anche una cosa: non era vero che c’erano stati studenti che davvero volevano scappare, perché quelli citati certo non volevano farlo e Albus e Scorpius – più il primo in verità – volevano farlo sul serio) e cominciare un’avventura che potrebbe distruggere il loro mondo. Nel frattempo vengono affrontate le difficoltà di relazionarsi padre/figlio in praticamente tutte le salse dove l'unica cosa che davvero vuole il figlio di turno è potersi sentire accettato. In effetti, è qualcosa che continuano a ripetere e ripetere e ripetere...
Il contro è il modo di uscita. Davvero piazzi la cosa a livello teatrale? Perché mai non scrivi il romanzo? Hai avuto il tempo, di sicuro. Giochi sulla massimo rendimento e minimo sbattimento eh? Ti stai divertendo con le sceneggiature e quindi non vuoi preoccuparti di riscrivere tutto? Tranquilla che i fan ti comprano entrambe! Io volevo il romanzo, comunque. Poco ma sicuro. E mi ha deluso. Un contro dell’edizione italiana (ho già comprato il 6 e il 7 in inglese e sinceramente non è periodo per fregarmene della mia dislessia) pecca particolarmente nei nomi: spiegatemi per quale assurdo motivo non mi traduci nessun i nomi tranne quello di Snape. Sei uno sfigato, traduttore del menga. E qualunque scusa che fai è un calcio nelle palle che ti meriti e se sei una donna, nelle ovaie. almeno col romanzo avresti potuto sviluppare meglio tutte le questioni allarmistiche di cui parli e che accenni soltanto per ovvie questioni ci copione... e non avevano senso, quasi da evitare: che senso avevano? Bah! Sembravano piuttosto inutili.
Il pro è la storia (che è oggettivamente con una trama con la sua logica per quanto abbia affrontato la questione dei salti temporali che sono oggettivamente ostici per una trama e che spesso vengono sviluppati in maniera banale) e la caratterizzazione dei personaggi. La storia è infatti carina e coinvolgente, leggera di lettura scorrevole e i personaggi, soprattutto quelli nuovi, sono davvero belli. I dialoghi ben mostrano la personalità di ognuno di loro. Un mio amico lo ha definito meglio degli ultimi. Ora, in effetti il 6 e il 7 mancavano di una certa leggerezza nei momenti in cui doveva esserlo. Mi spiego meglio: Harry è un adolescente arrabbiato che deve salvare il mondo e per quanto i momenti romantici sembrino voler spezzare quella tensione, non ci riescono e risultano forse (ma togliamo pure il forse) un po’ troppo pesanti. In questa sceneggiatura invece ci sono momenti carini. I dialoghi Snape/Granger sono davvero stato incantevoli, tanto da dare una certa intimità (platonica?) tra i due che sapeva di lotta sovversiva che deve salvare il mondo (cosa che effettivamente facevano) e, sul serio, la battuta sul prezzo da pagare quasi (ma solo quasi) vale i soldi spesi per comprarlo. È agrodolce e molto bello (e da fan sfegatata di Snape – davvero praticamente uno degli – pochi – veri motivi per cui leggere i libri, anche se la signora Rowling poteva evitare di scrivere la scempiaggine in cui è orgoglioso che Albus porti il suo nome… anche se forse i vent’anni di lotta per un ideale – perché Harry è morto – lo hanno cambiato… mah!) come è molto bello il rapporto tra Albus Potter e Scorpius Malfoy. Devo dire su quest’ultima coppia che è proprio il figlio di Draco ad avermi sorpreso. È davvero un bel personaggio. È buono, ma un buono vero. Se non fosse stato come è stato interpretato non avrebbe avuto senso il sopportare le angherie dei suoi compagni con la voce che fosse il figlio di Voldemort: lo avrebbe dovuto usare a suo vantaggio (davvero vuoi sfidare l’erede di un mostro simile? I ragazzini sono imbecilli, ma non stupidi) e invece Scorpius non ne ha l’animo e quando Albus gli dice che lui sa che non è figlio di Voldemort perché quest’ultimo non avrebbe mai potuto avere un figlio così buono. E poverino, il biondo erede dei Malfoy ne ha di sfiga addosso… è l’Harry Potter della situazione, per intendersi. Con la secchionaggine di Hermione. Uno spettacolo. Sì, sono diventata una sua fan, e dire che prima non aveva mai attirato la mia attenzione… e sinceramente a ‘sto giro quel poco che so di Rose me la fa stare antipatica e spero che quell’amore non nasca mai. Lui merita SICURAMENTE di meglio.
Aggiungiamo che è mia opinione che potevamo meritarci di meglio, ma comunque poteva andarci peggio.
E forse meritavamo solo qualcosa di più... completo.

