Non fatevi prendere in inganno dal titolo. Non parlerò di più di una lettura, perchè l'altra (Il Fucile Da Caccia) è un altro paio di maniche.
In questo post voglio parlare di un solo libro: Il ristorante dell'amore Ritrovato di Ito Ogawa.
Il libro è un interessante e breve racconto di una giovane donna che, tornata a casa, scopre che il suo grande amore se n'è andato, portando via tutto. Non solo le cose che appartenevano a lui, ma anche quelle che erano di proprietà della protagonista.
Ringo allora decide subito di tornare al paese natio dove la madre le concede di rimanere e le concede il prestito per aprire un ristorante.
Dopo pochi mesi, grazie allo sforzo congiunto di Ringo e Kuma-san (un uomo più grande che lei conosce sin da piccola e al quale è da sempre molto affezionata, essendo il bidello della sua scuola elementare), finalmente il Lumachino apre i battenti. Sin da subito ha un discreto successo, grazie anche alla voce diffusasi in paese e nei dintorni che la cucina di Ringo faccia veri e propri miracoli.
La storia è in puro stile giapponese.
Per chi non lo sapesse, dovrebbe capire che i giapponesi quando scrivono anche i sentimenti più forti (dolore, rabbia, amore...) riescono sempre a mantenere un certo distacco tale che da un lato non trovi particolarmente asfisiante e dall'altro riesci a esserne comunque pienamente colpito.
In questo caso, forse con un paio di ingenuità, il racconto è perfettamente in linea, quindi nonostante le scene tristi (e ce ne sono o se no non sarebbe giapponese) o quelle serene, tutto rimane in perfetto equilibrio formale. I giapponesi non eccedono ed è la loro grande forza: un equilibrio meraviglioso.
Personalmente pensavo di leggerlo questa estate, ma alla fine non ne ho avuto il tempo e mi sono ritrovata a finirlo (che poi è una parola grossa: a inizio agosto avevo letto meno di dieci pagine) in questi giorni.
Ci sono delle cose che non ho apprezzato, come l'elenco interminabile sulla preparazione di questo e quell'alimento e cose simili che mi hanno fatto capire che, indubbiamente, il fanatismo sulla cucina non è solo un mostro-moda che abbiamo qui in Italia, ma ormai è un incubo che dilaga in tutto il mondo.
A me piace mangiare, ma non è la mia ragione di vita.
A me piace cucinare, ma non penso di esprimere la mia creatività lì ed essendo una schizzinosa, sono solo attenta a mangiare qualcosa che piace a me e non pretendo neanche di fare la sofisticata con gusti impossibili.
Il tema dell'amore ritrovato, o comunque di sentimenti intensi provati dalle persone e che spingono le loro azioni (o spesso di presentarsi alla porta della donna) sono un tema che rimane presente nell'intera storia.
Posso sinceramente dire che è un libro piacevole da leggere durante i primi freddi, forse lo sarebbe anche quando il tempo comincia a riscaldarsi, ma posso dire che no, non è un libro da leggere nè in inverno nè in estate. Troppo estreme mal si concilierebbero con lo stile letterario del libro, per quanto l'intensità del racconto sia indiscutibile.
Se non siete appassionati di cucina e non potete fare a meno di leggere tutto quello che la riguarda, of course.
Il libro non da una vera conclusione, ma da un inizio. Perchè questo è il racconto del concludersi di una parte della vita della protagonista e di come trova un nuovo inizio.
