giovedì 13 settembre 2018

Si chiudono i battenti: assimilazione e riunion

Avviso per chi passa
Sto chiudendo questo blog
aprendone tre per parlare di diversi argomenti ho notato che spesso si sovrappongono e soprattutto per me sono sempre stati troppo difficili da gestire.
Quando li ho creati ne avevo indubbiamente bisogno, ma ora ho deciso di cambiare punto di vista.
E' per questo che sto copiando tutto quello che c'era in questo blog nel principale: Rosascioccato con l'intento originario di quella pagina che, due anni fa, mi sembrava troppo esigua per poter contenere tutto.
Ora sto eliminando zavorra inutile dalla vita, mantenendo le cose buone, quindi i post rimarranno ma quando avrò finito il trasferimento degli articoli (vita reale permettendo) cancellerò questo blog e l'altro fratello.
Ho amato queste pagine, ma bisogna cambiare.

giovedì 19 aprile 2018

Gap generazionale nella vecchia letteratura britannica

Se devo essere sincera, ci ho messo un po' a trovare il nome per questo post. Il motivo? Semplice: era difficile trovare il giusto taglio da dare.



Di recente ho voluto fare un esperimento e mi sono autoinflitta una punizione per me notevole: leggere Ragione e sentimento di Jane Austen.

Permettetemi di dire due parole sull'argomento. Più di due, ma sono prolissa e lo so.
Checchè dicano le sue estimatrici, è una storia mediocre di tizie inutili che findono di non volere un buon partito, ma in verità cercano solo un marito ricco.
La stessa autrice, è indubbio, opta per dare il suo punto di vista tra le righe ed è palese che per lei non esiste un amore passionale, ma solo un modo per accasarsi con un uomo che ci ama e che ci possa mantenere.
Essenzialmente non so se ha bassa stima negli uomini o nelle donne.
Lei scrive di quello che sa e che pensa debba essere la vita di una donna. Ogni tanto mi viene il sospetto (e la speranza) che avrebbe voluto scrivere qualcosa di più audace, ma ha preferito evitarlo per la mera questione del guadagno.
Tornando al libro, ho trovato la maggior parte dei personaggi inutili, pedanti e irritanti.
Il personaggio che più viene amato è Marianne e io l'avrei presa a schiaffi due giorni due giorni dopo averla conosciuta: egoista, antipatica, cafona ed agocentrica, e poi io detesto i piagnisei e il suo non era morire d'amore, ma una mera posa più nel suo ruolo di derelitta che altro.
Elinor ha avuto più di un sorriso da parte mia, anche solo per la sua scelta di fare la martire silenziosa, ma perchè almeno ha tentato di avere più polso.

Certo, mi direte voi, parliamo di DUE SECOLI FA. Certo, dico io e aggiungo che sono due ragazze di 17 e 18 anni, quindi so perfettamente che non sono due adulte anche se si atteggiano a tale.
Se penso alla loro età mi viene da sorridere: la pensano nè più nè meno come il 90% delle loro coetanee anche contemporanee, soprattutto Marianne quando parla dell'amore... poi penso alle 18enni che basano l'idea dell'amore e del romanticismo e di quello che dovrebbe essere il loro ideale di vita a questi libri e penso di dare loro un colpo in testa, poi guardo le trentenni che inneggiano queste storie e mi chiedo se non devo dare a me stessa un colpo in testa.

Comunque Marianne si innamora di un vanesio che di bello ha palesemente solo l'aspetto, mentre Elinor del timido cognato del suo ottuso fratellastro che però riesce a far intendere a tutti il suo interesse verso di lei anche senza parole.
Entrambi gli amori sono infelici. Il bellissimo Willoughby  infatti dopo poche settimane appassionate sparisce e non si fa risentire se non fino al momento in cui lo trova per puro caso ad una festa in cui è in compagnia della ricca fidanzata (con cui sta - e comunque tradisce - da anni), tratta con indifferenza Marienne fino a chiudere con un britannico insulto il suo rapporto con lei. Lei si dispera facendo una sceneggiata napoletana in piena regola, di quelle che ho visto da innumerevoli 17enni. Ah... gli ormoni...
Elinor invece ha una storia più urticante: scopre che una ragazza che lei pensa come inferiore (per inteletto, indole, cultura e bellezza) è la fidanzata del ragazzo che ama e di cui lei sa, anche se sarebbe meglio dire suppone, di essere amata.
Ovviamente finisce tutto per il meglio, per quello che potrebbe essere il meglio per delle ragazze inglesi di inizio ottocento.
Ci sono un paio di elementi urticanti e altri interessanti, indubbuiamente, in questa inutile storia di mediocre amore da inizio ottocento.
La prima nota positiva è la deliziosa capacità di scrittura dell'Autrice. Non pretende di essere altro che un piacevole passatempo per il lettore, pur nascondendo qua e là dei moralismi molto convenzionali e adatti al suo tempo e alla sua cultura. Capisco perchè pur essendo un romanzetto rosa, è un romanzetto rosa che dopo 200 anni è ancora letto: è scritto bene.
Poi c'è una grandissima capacità della resa dei discursi pieni di sottointesi. Quando Elinor parla con la sua rivale, entrambe si detestano cordialmente ed entrambe lo sanno, ma nessuna delle due dice parole offensive e, anzi, sono due zuccherini. Dicono quello che vogliono dire senza semrbare delle stronze.
Poi basta.
Ho odiato moltissime cose che non sono solo riscontrabili al mio femminismo, piuttosto ai personaggi e a come spesso me li descrivono o le persone li giustifichino solo perchè gli ricordano persone reali che avevano conosciuto.
Mi chiarisco citando poche delle cose che ho odiato, giusto quelle più palesi.
Willoughby. Lui è uno dei tasti dolenti. Ancora ricordo quando me ne parlavano sospirando (manco fosse vero) e che dicevano "lui la ama così tanto... lo vedi dalla sua disperazione...".
Cazzate.
Willoughby è quello che è: un inutile paraculato egoista.
Un libertino che seduce ragazzine alla prima uscita nel mondo (forte della sua parlantina e della sua superiorità non tanto mentale quanto intellettuale), le ingravida come si farebbe con una vacca e le abbandona (leggete SCAPPA) lasciandole prossime al parto e senza possibilità di sopravvivenza. Perchè? Perchè è bello, sa di essere bello, è un affabulatore e oggettivamente pensa che siano inferiori e non meritevoli di alcuna attenzione. A lui interessano poche cose: se stesso e il suo piacere. Ammette lui stesso alla fine che Elinor era solo un modo per rendere più piacevole la sua vacanza, come dà la colpa alla studidità di Eliza se era disperata e incinta in una stamberga e che se fosse stata un minimo intelligente lo avrebbe trovato eda pure una giustificazione poco credibile sul perchè l'ha lasciata senza un soldo, ma comunque non è tronato indietro perchè non gli interessava. Poi dà colpa alla moglie che dice di avergli dettato le "brutte cose da dire". E' un uomo inutile che piagnucola sempre e non ha mai colpa di nulla, senza spina dorsale. Si dice innamorato di Marienne, alla fine, ma in verità non lo è così tanto, semplicemente al massimo si è sentito lievemente in colpa ma non poi così tanto. Non avendo più quel giocattolo, lo vuole riavere comunque a sua disposizione e sapere che gli appartiene.
Trovo AGGHIACCIANTE che ci siano donne che pensano che questo sia un ideale di uomo.
Edward Ferras. Altro essere inutile. Eddire che quando mi costrinsero a vedere i film di questo libro era uno dei pochi che non volevo uccidere (ironciamente, volevo uccidere la fidanzata perchè sembrava troppo stupida, ma in veirtà era una donnina parecchio sveglia almeno nel libro ma che per qualche strano motivo riducono sempre a semplice oca...). Lui si fidanza con una che poi non ha il coraggio di mollare? Mah... La stessa Elinor legge le sue lettere alla fidanzata che in fin dei conti solo alla fine è felice di non aver sposato. Non dubido di quello, mi lascia però perlessa in parecchie occasioni: quando scrive alla ragazza fa l'innamorato, quindi vuol dire che comunuqe ha del trasporto verso di lei. Sembra esserne felice per tutto il tempo. Semplicemente, poi gli piace un'altra ragazza. Quando è con una ama una e idem quando è con l'altra.
Che uomo.
Eliza Williams. Figlia nautrale che ha una figlia (o un figlio) naturale, come se ci fosse un'ereditarietà. Eliza è una povera disgraziata figlia della brutta educazione di quel tempo. E' solo nominata e non fa mai la sua comparsa, probabilmente perchè l'autrice non voleva dare voce a un personaggio così sfortunato, ma mi chiedo perchè: l'intera sotria è piena di luoghi comuni e stereotipi, tanto valeva usasse anche lei (ma forse sarebbe stato troppo sconveniente, magari poi diventava una moda...). Avrei preferito dall'autrice qualcosa di più incisivo per lei:  contraria all'idea che potesse condannarla, altrimenti l'avrebbe già fatto, io avrei fatto ereditare alla "sua creatura" il patrimonio della Smith, altro personaggio che si sente nominare e che dopo aver reso Willoughby suo erede lo disereda perchè non sposa la Williams (e perchè non è stato abbastanza con lei durante quella vacanza).
Un'altra cosa che ho odiato è quando dicono che "il colonello è un ripiego". Incredibilmente io non parto prevenuta solo perchè nell'ultimo film era Alan Rickman (che se permettete è sempre stato tanta roba sia da giovane che da anziano), ma proprio per il personaggio.

 A parte, alla faccia del ripiego, io mi sento di dissentire: ha lo stesso spessore di personaggio del suo rivale quindi sono piuttosto identici nella loro bidimensionalità. Non capisco perchè se un autore dice certe cose sui personaggi, gli altri pensano che no, non è vero. Alla fine viene scritto che Marienne lo ama quando avrebbe mai amato Willoughby, solo perchè non è stato un "colpo di fulmine", questo non vuol dire che non sia amore. Entrambi sanno che hanno amato qualcun altro prima ma a nessuno dei due sembra importare. Io mi chiederei piuttosto un'altra cosa. Visto il periodo storico in cui è stato scritto e il gretto puritanesimo vittoriano... non è che la Austen intendeva che la cara Marienne non è arrivata illibata al giorno delle nozze? I momenti per essere deflorata (e quindi disonorata) ci sono ampiamente stati...


Ok... ok! Passo all'altro argomento, per me più interessante.


Vedete, Ragiorne e Sentimento è stato scritto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. L'anno in cui l'autrice lo ha definitivamente concluso (e un anno prima della sua pubblicazione) è nata un'altra Elizabeth Gaskell che, negli anni '50 dello stesso secolo ha pubblicato Nord e sud.
Questo libro che non dico sia scritto meglio, ma sicuramente ha argomenti più interessanti di donne (ragazzine) che cercano marito.
Soprattutto, dimostra quanto la società sia cambiata nel corso di mezzo secolo, in tutte le differenze generazionali che si possono vedere.
Una è rurale e fatta di balli in lussuose case, l'altra conosce sì quel mondo, ma viene catapultata in un nuovo mondo, fatto di fumo, macchine e gente che lavora duramente.
Una, molto più sottile, è la differenza di età per il matrimonio. Se a vent'anni già sei zitella per la Austen, a 19 per la Gaskell non è così impellente il matrimonio. Certo, ci sono giovani spose di quell'età, ma comunque capita anche più avanti o per lo meno, l'età si è alzata.
La Gaskell potremmo quasi definirla di una generazione di scrittori "impegnati", se mi lasciate passare il termine. La sua è una generazione importante per la letteratura inglese: per la rivista di Dickens (suo coetaneo) lei stessa ha scritto a puntate questo romanzo, fu amica di Charlotte Brontë (di cui, come della Austen, non mi azzardo leggere i libri proprio per la reputazione che hanno tutti i lavori di quelle sorelle), di William Makepeac (ricordo che non mi dispiacque il film tratto dalle sue Memorie di Berry Lindon) e di Geroge Eliot (di cui apprezzo più la vita che le opere).

Nord e Sud ha dentro di sè interessante spaccato sociale.
Il primo contatto che ho avuto con questo libro è stato tramite una miniserie della BBC e ho trovato questa storia molto più coinvolgente delle altre in costume Made in UK.
La storia principale (of course!) è ovviamente la relazione tra Margarett, bella e sofisticata figlia di un ex pastore anglicano del sud, e il signor Thorton, rude e taciturno e ricco imprenditore (del cotone) del nord.
Lei è piena di pregiudizi contro gli abitanti di Milton dove ora abita e del nord in generale, pensando con disprezzo a tutti coloro che lavorano per vivere,  e pensa che il signor Thorton sia, oggettivamente, solo un parvenu, mentre lei è, anche senza un soldo, una gentildonna. Ha un animo molto romantico, ma del romanticismo del tempo: è passionale per le giuste cause, meno per il romanticismo.
Lui è un rigido uomo (e mammone ma per buone ragioni) che si è fatto da sè: costretto a fare il garzone da piccolo, e avendo sofferto la fame, è un uomo determinato ad avere successo e orgoglioso. Pensa che gli uomini del sud siano, essenzialmente, dei fancazzisti. Per quanto trovi Margaret altezzosa, etc-etc, se ne innamora all'istante, suggestionato dalla sua alterigia oltre che dalla sua bellezza.
I due si muovono in una serie continua di incomprensioni non dettati dalle ipocrisie formali della Austen e della buona società inglese (una delle poche cose della buona società londinese che la bella Margarett non rimpiange), ma proprio da incomprensioni, mentre attorno a loro la nuova società industriale si riversa attorno a loro e nella mente del lettore.
Tutto nasce dalla decisione paterna di rinunciare alla toga e iniziare a fare l'insegnante privato dell'industriosa e ricca città di Milton e costringe la moglie e la figlia diciannovenne a trasferirsi.
Prima di partire lei rifiuta la proposta di matrimonio di Henry Lennox, avvocato suo caro amico e cognato di sua cucina, per cui prova del sinciero affetto, ma che è solo amicizia. Lui le chiede di dimenticare quello che ha fatto e fingono che non sia successo nulla.
La città di Milton è grigia e fumosa, molto diversa dal loro paesino della campagna meridionale da cui lei proviene e che continua a utilizzare come termine di paragone, innalzandolo al luogo ideale dove vivere.
La ragazza pian piano comincia a conoscere il vicinato e comincia a notare le sostanziali differenze tra il ricco e sofisticato ambiente in cui ha passato la sua adolescenza, allo spartano, acerbo e rude ambiente popolare. La cosa che più le ha fatto effetto sono i commenti degli operai: essendo una bella ragazza e loro non aducati alle sue stesse buone maniere, le fanno dei complimenti aperti ma che lei non riesce a sentire come volgari, perchè dettati dall'innocenza della loro non cultura, come quando viene fermata e interrogata per i suoi vestiti dalle operaie.
Non c'è nulla di affettato o viziato nelle loro azioni che sono "genuine come quelle dei bambini".
Un uomo in particolare attira la sua attenzione: costui la vede sorridere, la ferma e le fa i complimenti ringraziandola per aver reso la giornata più bella. I due non si rivolgeranno più la parola (per quanto rimangono a strette comunicazioni non verbali di saluto), fino a quando lei non pogre il mazzo di fiori appena raccolto alla giovane donna che passeggia con lui. Bassy Higgins è una sventurata e malata ragazza, come ce ne erano tante all'epoca, che si ara ammalata sin da piccola e Nicolas, suo padre, è quello che noi ora chiameremmo sindacalista, ma uno di quelli che ci crede, come forse ci credevano allora.
Le due comunque fanno amicizia e in questo modo Margarette comincia a conoscere anche il mondo della classe operaia.
Scoppia poi uno sciopero tra gli operai della fabbriche del cotone e quando il signor Thorton chiama degli operai irlandesi per fare il lavoro, alcuni scioperanti irrompono nella fabbrica. Anche Margaret è lì per una fortuita coincidenza e convince Thurton a parlare con gli scioperanti per salvare gli irlandesi arrivati a sostituirli e quando lui comincia a rischiare seriamente la vita, lei - sentendosi in colpa per averlo convinto e forte del fatto che non aggredirebbero mai una donna - si precipita a difenderlo prima facendogli da scudo e tentando di parlare con gli scoperanti e poi, quando lui tenta di farla rientrare, gli butta le braccia al collo. Lei alla fine viene colpita in testa da una pietra, poco prima dell'arrivo dei poliziotti.
Lui lì esplode nella sua dichiarazione d'amore a una incosciente donna e capisce di essere innamorato, ma quando il giorno dopo le chiede di sposarlo, lei (che era già in paranoia per la cosa per i fatti suoi) sentendosi offesa dal suo comportamento che sembrava pure essere un obblogo perchè aveva fatto qualcosa che comunque avrebbe fatto per chiunque anche con più cuore.
Qui lui la offende irrimediabilmente: dicendole che anche se lei lo respinge lui continuerà ad amarla.
Giuro che lei si dice offesa. Io avrei riso, anche solo perchè un'uscita del genere implcia che l'amore sia una cosa davvero... meccanica, ma il suo amico della Londra che conta in fondo ha agito prorio in quel modo, quindi dovrebbe essere una consuetudine... badate comunque che lui non ha più fatto scenate d'amore nè ha palesato i suoi sentimenti.
Mentre i disordini si estinguono, così come lo sciopero, cominciano per Margaret una serie di lunghissima di lutti (e sfighe) che la segnano profondamente: come ogni romanzo figlio del suo tempo infatti gli muore la madre, il fratello che rischia la galera e che è lì per la madre moribonda, rischia di essere scoperto e per salvarlo lei mente alla polizia scoprendo poi di aver infangato la sua pia reputazione proprio con Turthon (che li ha visti a braccetto e già rosicava per la gelosia) che evita l'istruttoria, muore il padre, se ne va da Milton tornando a vivere con la cugina e la sua famiglia, scopre che suo fratello non verrà mai riabilitato, muore il suo tutore... tutto in due anni. Una sfiga quasi alla fantozzi. L'unica cosa buona è che eredita dal tutore i terreni di Milton su cui sorge la fabbrica di Thurton e un bel patrimonio in contanti.
Questa scena è diversa da miniserie a film,
ma è ben cogeniata
Sì, come anche le ragazze della Austen, non potendo lavorare (perchè gentildonne) l'unico modo per sopravvivere senza l'elemosina altrui è ereditare.
Neanche a Thurton le cose vanno bene se non il matrimonio (comunque costoso) della vizziata sorella minore e un rinnovato interesse per il suo lavoro che lo fa avvicinare a certe esigenze dei suoi lavoratori (quella che noi ora chiameremmo mensa): lo sciopero infatti ha creato dei danni economici non indifferenti alla sua fabbrica e, invece che rischiare i soldi di creditori e operai in una speculazione che rischiava di fargli perdere tutto, ma un tutto che era di altri, ha preferito chiudere i battenti e non avere debiti.
I due si ritrovano per affari a Londra e... beh. Finisce bene, come ogni storia d'amore che si rispetti leggere. 



Sì, non nego che questo romanzo sia una storia d'amore.


Ci sono molti elementi belli e altrettanti brutti.
Il phatos di Margaret quando salva Thorton fa tanto pantomima. Se vedete la miniserie, capite come l'attrice mentre lo fa, si chiede come cavolo pensasse la scena l'autrice... sembra una scena da fumetto di serie b, scegliete voi la nazione.
Quando il padre della ragazza tenta di pagare Mary, la seconda figlia di Higgins, per la settimana che ha prestato servizio da loro lui rifiuta affermando che neanche lui ha pagato Margaret per i servizi della ragazza nei confronti della sua compianta Bessy, mostrando che, per quando chiami l'uomo "padrone", lo consideri comunque un suo pari, per lo meno in dignità.
La Gaskell tende un po' troppo a fare polpettoni moralistici che tendono a spiegare un po' troppe idee, con un intendo quasi istruttivo, rendendo la storia un po' pesante.
Ironico che proprio per quello è estremamente interessante: non è un romanzo storico, ma è contemporaneo e parla di eventi a lei contemporanei.
Come la Austen, anche Gaskell parla di quello che sa, ma è totalemnte diverso: il suo mondo è fatto di operai e industrie, di forza lavoro, di opinioni politiche e sociali. Ci sono due classi sociali distinte che si scontrano, non ricchi e non ricchi della buona società: la Gaskell osserva anche i "popolani" e da loro voce, volto, idee e opinioni. Per la Austen era impensabile proprio perchè nella sua società non l'avevano.
Se si pensa che l'una potrebbe essere la figlia dell'altra, è disarmante.
E' un mondo femminile totalmente diverso dove le prospettive verso il mondo sono diverse e dove anche il mondo è diverso.
Il fine ultimo di Gaskell non è il matrimonio, ma l'uguaglianza tra classi, o forse neanche quello. Forse è solo poter raccontare la nuova era a chi è ancora cristallizzata in quella vecchia e ricordare che un futuro migliore è possibile, o semplicemente vuole far sentire alla massa le motivazioni che spingono i movimenti operai a manifestare.


           

Se recupero Mogli e Figlie vedrò di comrpare un altro dei mallopponi della Austen... 

domenica 8 aprile 2018

Come scrivere un giallo.

Se devo essere sincera, non sono una grande amante dei manuali "Come scrivere", perchè non sono mai particolarmente brillanti.
Spesso quando li leggo sembrano i primini della classe che in verità non dicono niente di male.
Alcuni però sono deliziosi. E questo è il caso di un libro di una delle più interesanti autrici americane del novecento.


Come si scrive un giallo. Teoria e pratica della suspense, di  Patricia Highsmith è uno di qui (troppo) numerosi libri che palrano di come scrivere un libro di suspance. 
C'è da dire che l'atteggiamento e l'approccio dell'autrice è semplice e lineare. Non è nè pretenziosa, nè saccente e, per fortuna, non vuole fare la maestrina. Sembra quasi un'amica più grande che vuole dare consigli non per dire "guarda quanto ho fatto io"/"guarda come si fa sei una pezzente"/etc, ma piuttosto qualcuno che non vuole farti perdere tempo facendo gli errori più grossolani che invece farai. Non c'è saccenza, ma la grande esperienza che si espone e si racconta dando spunti di rilessione, conferme di quello che si pensa o scoperte inaspettate.
E' pragmatica e piena di argomentazioni. Sicuramente, come lei stessa spera, il libro è adatto a chiunque voglia avere "consigli" per scrivere narrativa. Sembra che dica ovvietà ma sicuramente dice ovvietà meno ovvie di tanti altri e che è bello sentirsele dire cose che si pensa ma di cui magari non si è sicuri. Non è biografico, ma si usa come esempio, avendo ben vissuto all'insegna dello scrivere.












venerdì 6 aprile 2018

Gli innovativi canali televisivi che propongono sempre la stessa merda

Dopo tanto tempo di assenza, mi rifaccio sentire inveche che con i lavori di cui avrei voluto parlare, per insultare qualcuno che mi insulta e insulta tutti i telespettatori trattando tutti per scemi.
Sicuramente, se guardate un minimo di televisione siete incappati nella pubblicità del nuovo canale Mediaset.
Canale dedicato a film e Serie TV
Si vantano di avere una programmazione pregiata, innovariva e per tutti i gusti. 


Ovviamente, per chi conosce il calcio per come è ora, sa che effettivamente, se il canale televisiovi ha come soggetto anche la Chempions League, è l'unica cosa vera che ha afferto come nuovo e seriale. Oramai il calcio ha di vero solo che giocano dei pippottini alla Big Jim, ma è tutto ben programmato. Scemo chi crede il contrario. Lo stesso va per i mondiali, visto che l'unica cosa onesta è confermare che l'Italia non se li meritava, ma non se li meritava da anni. Che vadano a raccogliere pomodori, così vedono come è il vero lavoro e si impegnino di più a fare i bambinetti con il pallone. Falliti.

Ma parliamo di come si definisce il canale. La voce di fondo dice (con quella voce accattivante che solo lui sa fare): 

  • Solo serie TV innovative;
  • Cinema moderno e di qualità;
  • il genere che mancava nel panorama delle altre programazzioni in chiaro.
E qui m'incazzo. Sì, lo sapete: non sono iporcrita: non fingerò mettendo X varie per non sembrare volgare. Sbotto e non me ne frega nulla.

Io se non ho un dvd o maratone varie, sono una da zapping. Mi annoio di tutto. Mi ero dimenticata, in verità, esistesse questo nuovo canale, se non avessi sbagliato a schiacciare il telecomando finendo invce che sul 22, sul 20, dopo un'urticante salto verso il 21 con una programmazione che in quel momento reputai immediatamente deprmente.

Ma questa Canale Innotavito non scherza a far schifo. Innovative? Dove? Quando? In esclusiva? Prendete in giro? 

Ma commentiamole assieme. Anzi, leggetevelo econcordate.


  • The Sinner - una donna da di matto e uccide un osconosciuto e un detective sul suo passato. OK, questo non lo conosco, ma da qui a pensare di guardarlo...
  • The Last Kingdom - I stagione (la II è uscita l'anno scorso anche qui in Italia) - la ricerca di figosaggine contro lo straniero degli inglesi (e dire "prodotto dalla BBC non è una garanzia di un buon lavoro...). Qui gli invasori sono danesi e loro sono gli eroi. Finirà che vincono o muoiono con dignità. E' sempre mortificante quando modificano così la storia. E' già osceno nella pubblicità quando fanno vedere il protagonista che da solo respinge un'orda. Da evitare se non ti piace vedere un solo bonazzo virile. Più per metallari o raider con la pancia e che si illudono che la barba sia figa solo per nascondere il doppio mento. Il mio consiglio? Uscite di casa e prima cominciate con le camminate, poi mettetevi a correre e perdete peso. Vedrete che smetterete di essere la versione italiana di Shawn Eckhardt.
  • Taken - più credibile di altri del genere, almeno a sto giro a finire in un gioco di spionaggio (dove probabilmente tutti saranno imparentati con tutti) è un ex berretto verde. Gli americani mi devono spiegare però come mai devono sempre avere una tragedia personale alle spalle. Anche solo per questo, brucerei la pellicola. E' il Prequel di Io ti troverò? Potevano evitarlo, ma come al solito confermano che non sanno inventarsi nulla e che devono licenziare tutti quei segalioli.
  • The Girlfriend Experience - (I stagione qui, ne sono già uscite 2) - è da quando era appena uscita che la Mediaset ne parlava così tanto (ma si sa, a certe famiglie piacciono le prostitute giovani, anche se non ne fanno un uso diretto) che io mi ero già stancata prima ancora che la protassero in Italia. La storia è di una finta brava ragazza che vuole fare l'avvocato di giorno, prostituta di notte. Che poi la storia potrebbe anche avere il suo perchè, se non fosse stato tutto banalizzato così tanto. Ma sicuramente chi ama la 50 sfumature di spiegoni su come è il sadomaso, piacerà da morire. Ma sarebbe meglio leggere un libro, anche un harmony va bene, eh! Sono le donne che sono cresciute con la Austen... Io, e non mi dispiace, con la Ikeda.
  • Mr Robot - III stagione attiva, I qui, of course - non credo sia commentabile
  • Agent X - Dirò solo che è stato cancellato dopo una sola stagione e, a dire il vero, lo hanno pure tagliato perchè non esiste un telefilm americano che finisce dopo 10 episodi. Una figata pazzesca di sicuro, eh? Forse dovrebbero pensare che se hanno tante serie ti telefilm sulle spie, dovrebbero cominciare a produrne o di un altro genere, o con una qualità migliore e gli italiani dovrebbero decidere di comprare solo cose di qualità, così... giusto per rimanere in liena a quello che si vantano di offrire...
  • Blood Drive - Cancellata dopo una sola stagione di 13 eposodi. A sto giro siamo in un futuro dispotico, con in copertian una tizia che si succhia un ciupa-ciups... Devo dire altro? Sì, leggi l'ultimo commento del punto precedente.
  • Frequency - II stagioni, 2016-2017 concluso e già trasmesso in Italia - io questo l'ho visto. La prima stagione non fa schifo, la seconda è da dare alle fiamme. L'attrice l'ho odiata dal primo momento, inespressiva, legnosa e nasale come la voce della sua doppiatrice. E' raffazzonata e composta in qualche modo. Se penso che ora lei farà Poison Ivy in Gotham (telefilm che sto evitando di vedere per non decidere di odiare davvero l'America), mi viene il vomito.
  • Proof - una dottoressa (voglio che sappiate che stavo scrivendo tizia) che, morto il figlio e separatasi dal marito, si ritrova a ricercare prove su cosa? Sulla reincarnazione. Chiuso in una serie, nel 2015 e dopo 10 episodi. Credo che abbiano fatto un prendi tre mediocri e paghi uno meramente decente. Tanto noi italiani ci accontentiamo, guardate come ci tratta il governo!
  • Hyde and Seek - poliziesco australiano di una sola stagione e 8 episodi risalente al 2016. Direi Wow se non fosse che leggendo non si vede l'ironia.
  • Suits - III stagione qui (se non ricordo male), ora siamo alla VII - giovanissima, eh? Mamma mia!! Diciamocelo: io ho visto una sola puntata della serie e per me l'unico personaggio decente è il gattaro, gli altri sono mediocri cliché. Fino a qualche mese fa te lo mettevano tre volte al giorno su un altro canale Mediaset in chiaro.
  • Person of Interes - qui I, ma chiusa nel 2016 con la V stagione - altro nuovissima serie, eh? Ok, è bella. innegabile. Ma fino a pochi mesi fa la si vedeva quasi in contemporanea su 2 canali Mediaset in chiaro.
  • Rizzoli & Isles - 7 serie dal 2010 al 2016 - una "novità pazzesca" (si capisce così l'ironia') messa in loop fino a praticamente una settimana fa su un altro canale.
  • The Mentalis - sette stagioni e conclusasi nel 2015 - oggi è appena finita l'ennesimo loop su un altro canale e tutt'ora presente un un secondo (con cui andavano insieme senza particolare imbarazzo). Una rarità da vedere... e poi è così nuovo!!!!
  • Rush Hour - 1 serie del 2016 - gli americani devono smetterla di serializzare i vecchi film. Già propinata in un altro canale in chiaro.
  • Homeland - 7 stagioni dal 2011, per loro di 5 - un'altra storia di spie. Quanto paga il governo degli stati uniti per produrre queste cagate e avere altra carne da macello e galoppini?
  • Almost Human - ragazzi, è una stagione dal 2013 al 2014!!! Devo davvero commentare?
  • Constantine - vecchio e brutto.
  • Lucifer - solo perchè il protagonista è il diavolo, allora riescono a farlo andare avanti perchè ci sono spettatori così imbecilli da illudersi che il signore degli ingeri sia davvero così mediocre. Oltre al fatto che ogni anno rischia la cancellazione e io l'avrei già fatto da un pezzo
  • Heroes Reborn - ......................................................................


La cosa più irritante è che hanno il coraggio di dire che copre in modo uniforme tutti i gusti, che vuole attirare un pubblico vasto, che...
Ragazzi. Fa cagare.
E' persino meglio Paramont con le sue eroine femminili che incomprensibilmente risolvono crimini come nuove JBF!! 

Parliamo dei film. Loro sono molto orgolgiosi di presentarli, ma davvero non riesco a vedere dove la grande scelta... di commedie ce ne sono due, di azione/giallo/etc pure, fantascienza e fumetti sono 14. Oltre al fatto che sono solo 4 quelli del 2016, come possono dire se è vera varietà? E' monotemantico e pure noioso. Oltre che io avrei da ridire sulla quantità dell'offerta.

Azione thriller:

  • Blood Father, 2016
  • John Wick, 2016
Commedia
  • Last Vegas, 2013
  • Nonno scatenato, 2016
Fantascienza
  • Godzilla, 2014
  • Interstellar, 2014
  • Mad Max - Fury Road, 2016
  • Ex Machina, 2015
  • Divergent, 2014
  • Insurgence, 2015
  • Allegiant, 2016
  • Lucy, 2014
  • Io sono leggenda, 2007
  • Pacific Rim, 2013 - uno dei film più brutti del decennio. scusate, ma dovevo dirlo
  • Io, Robot, 2004
Supereroi e fumetti

  • Batman Begins, 2005
  • Il Cavaliere Oscuro, 2008
  • Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno, 2012 


Vorrei continuare gli insulti, ma devo scrivere una relazione vera.

venerdì 10 novembre 2017

Gli anni '80 non sono mia stati così belli

Sul serio, parliamoci chiaro. Chi ci è nato e chi ci è vissuto lo sa: gli anni '80 erano oggettivamente una merda sul piano estetico. Non ci si accorgeva dello schifo? Vero, ma ti viene da piangere a ripensarci o rivedere certi reperti.
Persino i bambini erano orribili e i bambini sono sempre bellissimi.
E io ero una bambina, quindi mi insulto, ma a ragione.
Poi la mia generazione è cresciuta e come noi siamo stati costretti a vedere robaccia ambientata negli anni '70, ora tocca ai "figli dei nostri fratelli maggiori" dovranno sorbirsi i nostri tempi.
Per fortuna ci sono delle chicche spettacolari.
IT, ad esempio, è un film horror che dimostra palesemente come se dei ragazzi sono rappresentati in maniera contemporanea sono diversi da come è l'interpretazione dei costumi se il film è fatto trent'anni dopo. E ci ha guadagnato. 
Ma non voglio riparlare di IT, ma di un'alta perla.
Degna figlia dei Goonies, come già l'ho definita a suo tempo, Stranger Things è la serie anni '80 più anni '80 che potevano fare, ma che allo stesso tempo è un fantascientifico di livello.

Ma non starò a riparlare della storia sin dall'inizio, ci sono troppi siti che ne trattano (primo tra tutti...) e io ne ho parlato in precedenza, ma piuttosto il commento a caldo della seconda serie.
Purtroppo l'ho vista a pezzi e non mi sono goduta la maratona che in molti saranno sicuramente riusciti a fare (Dio, come vi invidio!) e ora paleserò al mondo la mia sola opinione.

E' la classica seconda serie, quella che si può definire una serie cuscinetto.

Nella prima serie, infatti, si vede che c'è molta più definizione di tutti i personaggi. In questa serie invece si sono guardati attorno e hanno deciso come procedere in futuro. Avevano palesemente bisogno di mettere ulteriori personaggi che aiutavano a proseguire e ravvivare la storia e non farla morire in maniera indegna, nell'eventualità - soprattutto - che questa sarebbe proseguita per un certo numero di serie: anche solo tre. Visto che, se non ricordo male, hanno deciso di proseguire fino alla quinta, capirete che c'era bisogno di... carne fresca.

Personalmente ho trovato piacevolezze e qualche noia.

E qui cominciano un paio di spoiler. Se non volete leggerli, guardate subito l'ultimo paragrafo.

La Ryder non mi è mai piaciuta come attrice, e vabbeh.
David Harbour, non ho ancora capito dove l'ho già visto o se invece ha solo una faccia comune, ha una figura più marginale della prima serie, ma comunque piacevole.
I Quattro ragazzini dell'Ave Maria mi sono piaciuti come nella prima serie, e sono effettivamente cambiati come si dovrebbe cambiare in un anno di vita.
Undici è deliziosa come al solito. Personalmente non vedo l'ora di vederla recitare da qualche altra parte.
I tre del Triangolo No adolescenziale sono identici a prima nel carattere e nelle dinamiche. Diciamo che gli autori hanno voluto strizzare l'occhio alla coppia latente della prima serie, ma allo stesso tempo hanno fatto davvero qualcosa di delizioso con il "Re". Personalmente nella prima serie quasi c'ero rimasta male che non fosse morto, ma alla fine di questa seconda serie devo ammettere di essere una sua fan. Anzi: lo preferisco all'artista che, diciamocelo, per quello basto io (e non serve conoscermi per commentare "che cretina", tranquilli, me lo dico da sola). Concludo con loro dicendo che lei... è trascurabile, ma in linea con il personaggio e non ha cadute di trama.
I nuovi personaggi sono relativi in importanza e piacevolezza.
La sorella di Undici e i suoi amici sono del tutto trascurabili e subalterni alla spiegazione di come Undici torna a casa. Le serviva una evoluzione e una presa di posizione e sono serviti allo scopo. Concordo con tutti quelli che dicono che il settimo episodio sia il peggiore della serie, perchè davvero rasenta l'assurdo. Li fai vedere dieci secondi all'inizio della prima puntata e poi vomiti tutto in quella. Dovevano farli vedere di più, per le dinamiche di gruppo e l'ossessione della vendetta di Otto, o qualunque altra cosa... Ma magari miglioreranno.
Poi c'è Sean Astin, ex Goonnies. Dico solo che ci sono rimasta male, quando il personaggio è morto... Non tanto per l'attore in sè, perchè i miti ci rimangono stretti, ma proprio per il suo personaggio che ho trovato adorabile. Mi aspettavo morisse (doveva morire qualcuno e lui era perfetto), ma ci sono rimasta male comunque.
Anche le new entry effettive: Max e fratello, sono risultati piacevoli. Lei ha un personaggio in cui è facile rileggersi, e il fratello... lo ammetto: lo volevo veder soffrire. Con Max, per fortuna, si risolleva la presenza femminile che è davvero bella soltanto con Undici e che può essere un bell'archetipo.
Il dottore... diciamo che per ora gli do il beneficio del dubbio.

Per il resto, è una storia molto, molto, mooolto lenta, anche se bella. Fatica a carburare per poi fare tutto negli ultimi due episodi. Il che andrebbe bene, se non desse l'impressione di non finito. Avevano bisogno di un nuovo mostro cattivo e ora lo hanno delineato. Dobbiamo solo vedere come continua.
E incrociare le dita: personalmente non so se mi sarebbe piaciuta se fosse stata la prima, ma sapendo che le seconde hanno dei rallentementi... la consiglio a tutti quelli che amano la prima serie perchè a ben vedere non deluderà!

domenica 5 novembre 2017

7-Zip File Manage e i file troppo lunghi

Tempo fa avevo recuperato dei vecchissimi fumetti americani in formato digitale (e lingua originale... vabbeh). Ottima cosa, a essere onesta, se non fosse che non potevo spostarne alcuni per l'eccessiva lunghezza dei nomi. Vai tu a capire quella gentaglia che li mette online (grazie ragazzi!!!!!!!!)
Con il recupero di due HD da vecchi computer e dopo averli liberati e ripuliti (come presente nel post precedente, usando però il programma HDD LLF Low Level Format Tool) e, nonostante abbia trovato assolutamente comico (nel senso triste del termine) che abbia delle chiavette con più capienza di loro (soprattutto del primo), ho deciso di depositare quei file in uno di loro e liberare spazio che mi serve per lavoro.
Il problema, che non ricordavo, era proprio quello dell'estensione del nome del file. Il problema è che, può capitare per qualche arcana ragione che solo un nerd può sapere, che non si riescono a modificare i nomi
Ovviando a tutte le procedure e i percorsi che ho fatto, consiglio immediatamente 7-Zip File Manage.
Si scarica il programma, lo si installa, lo si attiva, si cerca il file incriminato dall'orrido crimine di non farsi cambiare il nome e... cambiarlo. Alla stessa maniera in cui faresti di solito.
Da lì, si può dare a Cesare ciò che è di Cesare, ovvero fargli fare la dannata dine che deve fare: cancellarlo, spostarlo... 
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Non credo ci siano altre cose da fargli fare.


Qui sotto un paio di fonti.

domenica 22 ottobre 2017

IT, ovvero: chissà perchè a tutti fa paura sempre e solo il pagliaccio di McDonald


lamiasolaopinione.iobloggo.com


In occasione dell'uscita di IT, in molti hanno organizzato un evento per poterlo vedere con i fan. Un esempio è Paola Barbato, autrice italiana che so aver fatto l'evento a Milano "IT per Talebani". Per lei tanto di capello l'idea di organizzare qualcosa a Milano invece di preferire l'attuale città di residenza.
E proprio dal suo "IT per Talebani" che voglio partire.
Il suo intento è palese: era per coinvolgere i fan di IT. Quel genere di fan che in Giappone verrebbero (credo ancora) chiamati Otaku.

E, ragazzi, io non lo sono. Quindi il mio commento non sarà come uno qualunque di loro.
Per lo meno non lo sono di IT.
lamiasolaopinione.iobloggo.com

Non ho mai letto il libro ed è troppo grosso per cimentami, fors'anche perchè in questo periodo ho cominciato tutto anche la serie completa di Guida Galattica per Autostoppisti (una figata, ma ne parlerò).
Ho visto il film degli anni '90 in un età forse troppo precoce ma, ad essere onesti, possiamo dire che non mi ha mai impressionato. Ma io da piccola rientravo nella categoria "bambine coraggiose e non impressionabili", forse... o semplicemente, conoscendo il clown del McDonald, quello di IT non era niente.
Fatto sta che non ero particolarmente interessata a vedere IT, fors'anche perchè ero così delusa da L'Uomo di Neve, da non voler andare al cinema per un po'. Poi però un mio amico mi ha invitato e mi sono fatta convincere. 
Fors'anche perchè lui paga il cinema, io da bere e passiamo una bella serata demolendo o facendo i complimenti al film in questione.

Ma passiamo al commento. 
Consiglierei mai questo filma a qualcuno?
Sì e No.

No se sei un fanatico di IT, visto che ci sono delle modifiche che, non so quanto siano colossali, ma sicuramente sono palesi e che un purista (e quindi fanatico) non gradirebbe e, per quel che ho visto e sentito a fine proiezione, non ha gradito.
Se non siete un fanatico o, meglio ancora, non avete MAI visto i film precedenti o letto il film, allora sì.
Sì perchè è un horror notevole.
Puoi rimanere sconvolto come si deve dalla morte di Giorgie (e nella sala tutti volevano urlare "Non uscire, Gigino!!"). Certo, anche uno che non conosce IT, capisce che non farà una bella fine quel bambino, visto che compare sin dall'inizio, ma non ci stai così male.
Poi ci sono la freschezza dei protagonisti. Quei ragazzini permettono scene che se fossero adulti sarebbero orripilanti e faziose, mentre con loro sono decisamente divertenti. Non voglio farvi degli esempi, vi dirò soltanto che la sala ha riso.
Le scene divertenti e quelle che ti fanno salire l'adrenalina sono ben congegnate, facendo diventare un bel mix il film che risulta piacevole nonostante la durata.
Personalmente ho trovato alcune cose trascurabili (ma ho sentito che il resto della platea ha apprezzato - per paura, sorpresa o simpatia) ma comunque non era male.
Le critiche, ovviamente, ci sono.
  • Bill Skarsgård si rifà troppo ai Clown che lo hanno receduto: sicuramente a Mr Nicholson
    (al quale comunque si rifanno tutti per fare un cattivo decente su quel genere), un po' anche a Tim Curry e a Heath Ledger (che si rifò a Nicholson, ma è - pardon era - una versione più figa e giovane ed è uno dei pochi che ha reinterpretato adeguatamente il Joker - un giorno ne parlerò, forse, perchè la cagata della maledizione del Joker ha rotto da un pezzo: tutta la grandezza del joker contemporaneo viaggia di rendita dal film del 1989, rinvigorito un po' poi di vent'anni dopo).
  • Si vede forse troppo che l'estetica degli anni '80 è plasmata in modo che sia più apprezzabile per chiunque abbia un minimo di buon gusto, o comunque un estetica anche solo di 10 anni più giovane (figuriamoci più di 30).
  • L'attore che fa Billy doveva recitare meglio. Ho discusso con il mio amico e lui lo ha difeso dando ipoteticamente la colpa al doppiatore o alla regia. Per me doveva recitare meglio.
  • La citazione di Superman, a omaggio per la prima Annette O'Toole, prima Beverly adulta, nonché Lana Leng di Superman III... carina ma un po' leziosa. Ora, non so se esiste nel libro, ma sicuramente evitabile (anche se hanno scelto bene l'attore del farmacista maniaco).
  • La scena di Beverly nel bagno, col padre e It... una caduta rispetto al resto del film.
Un altro ragionamento sta nella questione Clown spaventoso.
Quell'It non è spaventoso.
Tutti quelli con cui parlo concordano con me: nessun clown è spaventoso, al di fuori di quello del McDonald. Bill Skarsgård doveva ispirarsi a lui. 
Decisamente.

Da quando sono piccola è l'unico pagliaccio spaventoso e infatti il mio amico, quando gliel'ho detto ha concordato dicendo che "insomma, quelli del McDonald dovrebbero decidersi a sostituirlo".

Io so solo che, visto che la proiezione era durante l'orario di cena... all'apice della fame ho cominciato a fare ragionamenti del tipo: "Ho voglia di un hambuger... ma la carne la voglio ben cotta. Sì, decisamente ho voglia di carne, ma ben cotta: nulla al sangue che a me non piace".

Concludendo: il film lo consiglio con remore, ma lo consiglio. 

Vi ricordo, però... che ovviamente ci sarà una seconda parte. Quella dei bimbi-minkia adulti.