Di recente il cellulare mi tirò fuori la recensione di "Di padre e in figlia", criticandolo per la brutta figura che fa fare ai Veneti che grazia a questa fiction è comprensibile che non vogliano più essere italiani. Spero che questo non sia vero, o meglio perdere che trovare qualcuno che si lamenta per così poco.
Perché diciamocelo: allora che dovrebbero dire i lucani? O più restringendo: le lucane?
Ipocrite, bugiarde, cattive e maligne.
Ammetto che non ho mai visto il telefilm "veneto" e mi spiace: lo dico con il cuore in mano perchè la Capotondi è la mia attrice italiana preferita, per lo meno della mia generazione: ci passiamo che 5 anni.
Ma parla di un padre padrone della metà degli anni '50 e del tentativo di emancipazione femminile in puro boom economico e l'inizio della consapevolezza che noi donna non apparteniamo a nessuno fuorché a noi stesse.
Che orrore! Non sapevano quelli della fiction che c'è un vademecum dell'emancipazione femminile? Come le orripilate perbeniste dove il padre è un uomo probo e onesto che incoraggia la figlia sessantottina e anticonformista e che non fa una scenata di gelosia per la moglie che lavora e la nonnina che sta a casa imapra in una settimana a leggere?
No perchè è assurdo e grottesco pensare che quelli fossero "gli anni d'oro" del novecento italiano.
E poi tacere per non offendere nessuno.
Non parla di veneti, parla di italiani. Dell'Italia di quel periodo. Eccheccazzo.
Da qui, mi ripeto: cosa dovrebbero dire la materane? Che sono delle matarrese (ammetto che ignoro se "matarresi" sia un plurale unisex)? Senza contare che non parliamo di un periodo dove il bigottismo faceva da padrone e un prete poteva decidere di non sposare una coppia di findanzati perchè lui dichiaratamnte comunista, dove era difficile fare più della quinta elementare e i bambini lavoravano come gli adulti (mio padre in primis), ma nei giorni nostri, dove certi preconcetti sessisti ci illudiamo di averli superati?
Perchè sì: il commento che farò riguarda in verità Sorelle.
Spero sinceramente che i materani abbiano colto l'occasione, visto quanto è bella la loro città, di uscire di casa a guardarselo, come i napoletani hanno fatto dopo l'ennesima fiction poliziesca partenopea che aveva di buono il poter far vedere le bellissime perle della città porto.
Matera è incantevole fino alla fine, di una bellezza che solo lei può avere.
Per il resto, la storia ha delle belle perle e degli orribili scivoloni.
Abbiamo Chiara, avvocato di successo a Roma, che rappresenta quello che a quanto pare dovrebbero essere tutte le donne affermate: di successo, intelligente, buona, forte nel difendere la famiglia che però non perde tempo a piegarsi a novanta davanti all'ex che a suo tempo l'ha tradita ripetutamente con la sua sorellina e che l'ha sposata. Perchè si sa "doveva sposarlo lei". Sti cazzi.
E alla fine fa pure la scemata all'americana in cui finisce lei in sala parto con l'amica? Pigliate per il culo?! E gli sceneggiatori potrebbero evitare di inculcare che questa è l'unica soluzione che una donna può volere?
Poi c'è la sorella Elena, morta, su cui si concentra tutto.
Antonia è la madre. Una donna che a suo tempo era "libera e felice" tanto da farsi il capo e poi mollarlo, non dopo essere colto in flagrante dalla moglie. E che da allora fa di tutto per rovinare la vita all'altra, quando semplicemente avrebbe dovuto evirare il marito.
Nel contempo quindi tutte le persone che circondano la famiglia colpita dal lutto sono dei gretti e meschini individui, delle malelingue di bassa lega che danno alle donne della famiglia i peggiori insulti che non riescono a fermarsi neanche davanti alla morte: in fondo se è morta, la zoccola, un motivo c'è, giusto?
Poi c'è il classico innamorato segreto sfigato, Daniele, che poi non capisco né perché non se l'è già fatto (buttalo via, il figliolo), né com'è possibile che le sue battute brillanti che gli hanno messo in bocca poi mi fanno altri patetici dialoghi che rasentano la pantomima della peggior specie.
Trovo incredibilmente orrido che il personaggio di Chiara sia finito in un cliché dei più banali.
Le scene dei sogni erotici e simili le ho trovate irritanti e irrilevanti, del tutto superflue se non per far abbassare il livello dell'intelligenza di Chiara ai livelli di una verginella, come del resto il fatto che lei per forza dovrebbe cedere al suo ex amore.
Donne di tutta Italia: se un uomo è ex, un motivo c'è. Sceneggiatori? Evitare queste puttantate sarebbe meglio: magari diventerete bravini e uscirete dall'anonimato.
I bambini... da un lato non ho molto da dire sugli attori bambini, a parte che possono migliorare, ma di certo ho visto di peggio dagli adulti. Anzi, in complesso posso pure dire che non mi dispiaciuti. D'altro avviso sono gli sceneggiatori: la prossima volta evitino di metterne così tanti: non li sanno far parlare. Forse se gli sceneggiatori avessero messo loro in bocca parole migliori, li avrei anche definiti bravi.
La cosa bella, devo dire, è il finale. Ormai avevo deciso di odiare definitivamente la serie, se non per il panorama, poi si è scoperto chi è l'assassino, giusto per dire che, in fondo, chi fa il suo lavoro forse non è meno intelligente della protagonista che, proprio perché donna, vede le cose con i cuoricini. E che non necessariamente la protagonista ci azzecca.
Perchè la realtà è quella che è. Anche se per me dovevano essere più incisivi nel mostrare la realtà che si scontra con l'ottusità della protagonista
Sarebbe andata bene comunque non giustificare i suoi errori di giudizio dovuti all'ormone. O l'orologio biologico.
L'ultima scena manco la considero, perché ha rasentato il patetico.
Sì ho salvato poche cose:
- Matera (ma era ovvio)
- Anna Valle, che mi ha fatto sopportare tutto il melodramma. Ha avuto dei momenti bellissimi, come dei momenti orripilanti
- Irene Ferri, a cui hanno dato un ruolo disgraziato, ma lo ha portato bene avanti
- Alessio Vassallo, che mi è davvero piaciuto sia per la quasi naturalezza recitativa, sia per le battute che gli hanno dato e che giocavano perfettamente con l'ipocrisia della gente
Non si salvano:
- Loretta Goggi: da una donna di quel talento, mi aspettavo di più
- Giorgio Marchesi: non c'è stato un momento in cui mi è piaciuto. Va a fare un corso serio di recitazione. Persino la Morariu è stata più brava e l'unica cosa che ha fatto è recitare ridendo (che non è recitare).
- Nando Irene, non perché lui sia stato malvagio. In verità è perché ha rappresentato più di tutte l'italiano medio e temo che sia stato così naturale semplicemente perché ha interpretato.
Per tutti gli altri... mi astengo.
Conclusione?
Bello da vedere una volta, ma non farei il bis.
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