giovedì 15 dicembre 2016

Due mondi di magia

Oggi parlerò di un paio di cose, anche perché sono correlate tra loro… e perché mi va.
E parliamo delle ultime due fatiche di JK Rowing. Entrambi sono suoi soggetti, di entrambi lei ha fatto la sceneggiatura, entrambi usciti quest'anno.
Una cosa in generale: mi verrebbe chiedere all'autrice di tornare a scrivere normalmente, ma vuole avere un massimo rendimento col minimo dello spreco di energie, ma tutto poteva essere più succoso: aveva tutti i presupposti.



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Sono andata di recente a vedere l’ultima opera del mondo potteriano e non posso dire di essere del tutto entusiasta. Lo ammetto: gli ultimi 3 film della saga non li ho guardati al cinema, ma in fondo non sono una di quei fanatici che devono avere ogni cosa.
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I salvatori dell'intera umanità
La storia è facile e lineare. Comincia con l’arrivo di Scamander (un po’ lo sfigato di turno) a New York con una valigia che forse dovrebbe aggiustare. Subito si trova con uno Snaso che scappa (e con lo Snaso le Gag sono davvero carine) e lui che lo rincorre, coinvolgendo anche un babbano (o Nomag, perché ovviamente dovevano cambiare il nome…), una ex auror e la sorella che è una legilimens che a quanto pare è una predisposizione naturale che lei ha. Ovviamente capita proprio in quei giorni che un mostro si aggira per la Grande Mela e si ritrovano a pensare che sia uno degli animali di Scamander ma lui riconosce subito l’errore e poi alla fine salvano non solo New York, ma anche l’ordine di segretezza del loro mondo.

Il vero protagonista di tutta la storia.
Senza di lui non ha senso guardarlo.

E devo dire che in generale, la storia è bella, innegabile… ma la questione “animali fantastici” per me doveva essere sviluppata meglio. Io mi aspettavo molto di più e per più di due ore di film, scusatemi, ma mi aspetto che non me li facciano comparire davanti per dirmi esistano, ma devono partecipare davvero alla storia. Due ore, santo piffero! Due ore!!! Anzi, per la precisione 133 minuti. Sono tanti e potevano interagire di più nelle vicende. E sì, non ditemi “non potevi aspettarti di meglio”, perché con i soldi di produzione spesi e quelli che ci guadagnano potevano anche applicarsi. 
Anche perché, intendiamoci: se proprio mi riguardavo ghostbuster 4 che è molto più bello ha una trama è più credibile.

Ammetto che anche Grindelwald mi ha un po’ lasciato con la bocca storta. Non mi interessa che sia Jonny Depp o altro, a parte che io me lo aspettavo comunque con tutt’altro aspetto ma su questo posso soprassedere, ma alla fine c’è qualcosa che stride. Cosa? Beh, per chi non ha visto e non vuole spoilerate consiglio di smettere di leggere dopo questa affermazione: bello sì, ma ha delle magagne. In effetti il personaggio è bello, nulla da dire, ma se uno si aspetta del caffè, fa strano ritrovarsi del tè, anche se forte. Non è caffè, ecco.

Ora comincia lo spoielrone.

Quando compare Grindelwald viene bloccato da Scamander, e fin qui va bene. Ma quando il primo ministro americano (e non rompete il cacchio perché sbaglio la definizione, puristi del piffero) dice di “alleggerite il signor Graves della sua bacchetta” ovviamente nessuno lo fa, non dovrebbe farlo… ma invece… la cara Tina lo disarma e si prende la bacchetta. Ora, se abbiamo visto o letto cosa succede negli altri libri, sappiamo che basta questo e non necessariamente sconfiggere il mago che possiede la bacchetta di sambuco per diventarne il padrone: Draco non ha sconfitto, né ucciso Dumbledore, l’ha solo disarmato. Quindi la futura signora Scamander diventa la nuova proprietaria della bacchetta. Quindi Harry sarebbe dovuto morire, o sbaglio? Per cortesia, uccidete davvero Harry Potter una buona volta. Perché sì, a me non è mai piaciuto.

Eddie Redmayne che prende per il culo i liberi di Harry Potter
e soprattutto il finale della saga.


Cheppoi… parliamoci chiaro: era palese la predilezione per Grindelwald di Graves, ma per me che fosse davvero lui mi sa tanto di scivolone. Anche se letto in quella chiave il dialogo su Dumbledore prende tutto un altro (romantico – ma io sono una fan della coppia DumblyXGrindy) sapore. Ma sono serio, se non mi mettevano lui come Grindelwald andava comunque bene lo stesso, ma forse volevano garantire che ci fossero stati altri film.
Lo spoiler sul secondo film invece era prevedibile: molto in stile.

Harry Potter e la Maledizione dell’Erede



Me lo ha regalato mia sorella. Io aspettavo di comprarlo per vedere in primis se al libraccio potevo prenderlo a metà prezzo e poi se facevano ulteriori offerte. Non perché non volessi leggerlo, ma perché ero urticata dalla decisione della Rowling di scrivere altro. Si è liberissimi di decidere di ricominciare a scrivere, ma qui è tanto palesemente motivato dal guadagno e non altro. Chiunque sia appassionato di lettura e scrittura sa che i personaggi che si ha in testa rimangono dentro da che nascono a che muoiono e gli autori sanno sempre come va avanti o come è stato quel mondo, quindi è facile da credere che lei sapesse cosa è successo.
La storia è semplice e complicata allo stesso tempo. Harry e suo figlio Albus non sono proprio migliori amici. Albus non vive bene la sua vita scolastica e vive male la presenza ingombrante del genitore. Harry è invece in difficoltà come padre perché la voleva semplice come gli altri figli che non hanno a quanto pare mai problemi. Albus ha un amico, un solo amico, e questi è Scorpius Malfoy la cui vita è rovinata da una madre in cattiva salute e il sospetto del mondo magico che lui sia in verità figlio di Voldemort. Poi accade il fatto: Harry trova in una retata una giratempo e il signor Diggory (che ne è venuto a conoscenza) la vuole per riportare in vita il figlio Cedric. Albus ascolta la conversazione e conosce Delphin, nipote del vecchio mago. Da qui le cose si evolvono tanto che Albus e Scorpius finiscono con lo scappare dal treno (che dimostra anche una cosa: non era vero che c’erano stati studenti che davvero volevano scappare, perché quelli citati certo non volevano farlo e Albus e Scorpius – più il primo in verità – volevano farlo sul serio) e cominciare un’avventura che potrebbe distruggere il loro mondo. Nel frattempo vengono affrontate le difficoltà di relazionarsi padre/figlio in praticamente tutte le salse dove l'unica cosa che davvero vuole il figlio di turno è potersi sentire accettato. In effetti, è qualcosa che continuano a ripetere e ripetere e ripetere...

Il contro è il modo di uscita. Davvero piazzi la cosa a livello teatrale? Perché mai non scrivi il romanzo? Hai avuto il tempo, di sicuro. Giochi sulla massimo rendimento e minimo sbattimento eh? Ti stai divertendo con le sceneggiature e quindi non vuoi preoccuparti di riscrivere tutto? Tranquilla che i fan ti comprano entrambe! Io volevo il romanzo, comunque. Poco ma sicuro. E mi ha deluso. Un contro dell’edizione italiana (ho già comprato il 6 e il 7 in inglese e sinceramente non è periodo per fregarmene della mia dislessia) pecca particolarmente nei nomi: spiegatemi per quale assurdo motivo non mi traduci nessun i nomi tranne quello di Snape. Sei uno sfigato, traduttore del menga. E qualunque scusa che fai è un calcio nelle palle che ti meriti e se sei una donna, nelle ovaie. almeno col romanzo avresti potuto sviluppare meglio tutte le questioni allarmistiche di cui parli e che accenni soltanto per ovvie questioni ci copione... e non avevano senso, quasi da evitare: che senso avevano? Bah! Sembravano piuttosto inutili.

Il pro è la storia (che è oggettivamente con una trama con la sua logica per quanto abbia affrontato la questione dei salti temporali che sono oggettivamente ostici per una trama e che spesso vengono sviluppati in maniera banale) e la caratterizzazione dei personaggi. La storia è infatti carina e coinvolgente, leggera di lettura scorrevole e i personaggi, soprattutto quelli nuovi, sono davvero belli. I dialoghi ben mostrano la personalità di ognuno di loro. Un mio amico lo ha definito meglio degli ultimi. Ora, in effetti il 6 e il 7 mancavano di una certa leggerezza nei momenti in cui doveva esserlo. Mi spiego meglio: Harry è un adolescente arrabbiato che deve salvare il mondo e per quanto i momenti romantici sembrino voler spezzare quella tensione, non ci riescono e risultano forse (ma togliamo pure il forse) un po’ troppo pesanti. In questa sceneggiatura invece ci sono momenti carini. I dialoghi Snape/Granger sono davvero stato incantevoli, tanto da dare una certa intimità (platonica?) tra i due che sapeva di lotta sovversiva che deve salvare il mondo (cosa che effettivamente facevano) e, sul serio, la battuta sul prezzo da pagare quasi (ma solo quasi) vale i soldi spesi per comprarlo. È agrodolce e molto bello (e da fan sfegatata di Snape – davvero praticamente uno degli – pochi – veri motivi per cui leggere i libri, anche se la signora Rowling poteva evitare di scrivere la scempiaggine in cui è orgoglioso che Albus porti il suo nome… anche se forse i vent’anni di lotta per un ideale – perché Harry è morto – lo hanno cambiato… mah!) come è molto bello il rapporto tra Albus Potter e Scorpius Malfoy. Devo dire su quest’ultima coppia che è proprio il figlio di Draco ad avermi sorpreso. È davvero un bel personaggio. È buono, ma un buono vero. Se non fosse stato come è stato interpretato non avrebbe avuto senso il sopportare le angherie dei suoi compagni con la voce che fosse il figlio di Voldemort: lo avrebbe dovuto usare a suo vantaggio (davvero vuoi sfidare l’erede di un mostro simile? I ragazzini sono imbecilli, ma non stupidi) e invece Scorpius non ne ha l’animo e quando Albus gli dice che lui sa che non è figlio di Voldemort perché quest’ultimo non avrebbe mai potuto avere un figlio così buono. E poverino, il biondo erede dei Malfoy ne ha di sfiga addosso… è l’Harry Potter della situazione, per intendersi. Con la secchionaggine di Hermione. Uno spettacolo. Sì, sono diventata una sua fan, e dire che prima non aveva mai attirato la mia attenzione… e sinceramente a ‘sto giro quel poco che so di Rose me la fa stare antipatica e spero che quell’amore non nasca mai. Lui merita SICURAMENTE di meglio. 
Aggiungiamo che è mia opinione che potevamo meritarci di meglio, ma comunque poteva andarci peggio.

E forse meritavamo solo qualcosa di più... completo.

venerdì 28 ottobre 2016

Lucine da... pc ma anche no

Questo post è diretto a tutti quei pazzi furiosi che, come me, hanno la paranoia che tutto possa succedere e che, per davvero, con la propria macchina si possa vivere qualunque avventura (o come nel mio caso) tutte le sfighe possibili e immaginabili.
Nella mia macchina, infatti, ho un po' di tutto:
- 5 euro di scorta per la benzina qualora rimanga a secco per tornare a casa e mi ritrovi senza soldi (5 euro usati e riusati almeno una decina di volte, a dire il vero e che ogni mese rimetto nella speranza di non usarli).
- 1 coperta ignifuga (ho la paranoia che un giorno la mia macchina si surriscaldi).
- 1 coperta normale (se parto che fa troppo freddo: dalle mie parti se ci sono dei begli inverni nevica e nevica tanto).
- 1 set per la pulizia dentale e personale (questo è dato anche dal fatto che se dimentico qualcosa quando vado a dormire fuori un paio di notti, quella cosa che dimentico è proprio lo spazzolino)
- 1 magione (caldo) e una maglietta di scorta...

Sì, lo so è quasi ridicolo. Ma è come avere le borse della spesa nel bagagliaio: può sempre capitare di averne bisogno. E a onor del vero almeno la metà delle cose sopra citate è statisticamente probabile che venga utilizzato nel giro di un anno (soldi e set di igiene in primis).

Di recente alle mie piccole novità che non posso non condividere.
Questa volta voglio parlare proprio di una di queste due perle, per la seconda mi preoccuperò di tenere il riserbo fino a quando non avrò conferma della sua utilità.

Voglio infatti parlare della Luce Led Bianca per presa USB ad alta Luminosità.


Ho dei sentimenti contrastanti su questo piccolo aggeggio.
In primis devo ammettere una cosa innegabile: fa una bella luce ed è quasi notevole nonostante la piccolezza delle dimensioni. Perchè è un oggettino davvero minuscolo.

Io quando l'ho preso, però, mi aspettavo di poterlo collegare al cellulare tramite il cavetto adattatore adeguato (in modo da tenerlo sempre pronto in tasca) e invece no.
La cosa mi ha urticato un po', ma poi ho optato per una cosa piuttosto utile per chi, come me, ha una macchina a tre posti e una luce centrale (quella classica per poter vedere al buio) piuttosto scarsa (la Fiat l'ha fatta tanto bella e cara, la mia macchina, ma se cerco qualcosa nei sedili dietro o sotto non ha dato una luce molto utile) da non essere particolarmente utile, questa luce invece sopperisce alle mie esigenze.
Nei fatti tra i cavi da ricarica per cellulare e simili, ora c'è anche l'adattatore e, lo ammetto: è comodo.
Non lo tengo collegato al pc per un ovvio motivo: la luce a me serve per illuminare solo ed esclusivamente la tastiera e troverei poco utile una luce che, comunque, risulta così laterale.

Lo so, praticamente potrei dormire nella mia macchina... ma è la mia unica proprietà e non è detto che un giorno non possa capitare. E fidatevi: una luce è sempre utile. 

venerdì 2 settembre 2016

Blush lavera - Natural Mousse


Partiamo con l'aneddoto.
Ora anche certi supermercati vendono Lavera.
E' una marca tedesca che io personalmente uso molto perchè, nonostante i prezzi è davvero pregevole.
Questa volta parlo del loro Natural Mousse Blush.
L'esperienza con questo trucco non è iniziata nel modo migliore.
Le premesse da parte mia e sua non sono il massimo:

  • io non uso i blush solitamente
  • il prezzo era davvero elevato per una robina del genere, per lo meno a parer mio.
In effetti l'ho preso solo perchè col brutto tempo che c'è per essere giugno e a fine mese ho un matrimonio, non volevo sembrare così tanto cadaverica, ecco...

Alla fine quindi mi sono decisa a prenderlo, ripromettendomi di non comprare altri trucchi fino a quando non ne finisco almeno uno... beh, a parte quando comprerò la matita nera che mi manca, OVVIO (almeno quella mi è finita davvero!!). 

La prima volta che l'ho aperto è stato un DELIRIO.
E' impossibile farlo.
Ho provato girando, Niente
Ho provato con le unghie, Niente.
Ho provato con quell'odioso aggeggio da cucina che serve per aprire i vasetti scivolosi.
NIENTE.
Sono arrivata a usare un coltello...per fare pressione e alzarlo, visto che non si capiva se era da girare o a pressione... finendo per aprire la parte sotto.
Ok. Almeno a quel punto sono arrivata a capire che è avvitato...
Ma come aprirlo?
Alla fine ho chiesto aiuto a mio padre.
Non per altro, ma visto che peso meno di 45 chili, capirete che la mia forza, per quanto ragguardevole, sia proporzionata alla mia corporature di piccola donna minuta, mentre mio padre pesa due volte me a essere gentili...
Ci ha provato anche lui alla stessa maniera mia: mani, aggeggio odioso da cucina.
Niente.
Allora ha acceso il fornello per riscaldare la plastica.
Questo perchè?
Perchè riscaldare leggermente la fiamma aiuta ad aprire.
Peccato che non ha funzionato.
O meglio.
Era ancora caldo quando, dopo avergli detto per la terza volta l'ultima avventura col coltello, ha sentenziato che allora era a pressione e, preso a sua volta il coltello, mentre mi diceva "Allora, devi sapere dove fare pressione..." l'ha aperto dalla parte giusta.
E abbiamo scoperto essere da avvitare.
Da lì, sia io, che mia madre, ci abbiamo messo le dita sopra per vedere come fosse.


Responso sul prodotto.


Di primo acchito sembra davvero scuro, tanto che una pelle pallida-mediterranea (sì esiste è quella che nessuno vorrebbe avere, visto che è meglio il pallido nordico che sembra meno malaticcio) come la mia può risultare troppo chiara per poterci stare bene, mentre sicuramente è ben disposto sin da subito per le mediterranee più scure, come ad esempio mia madre.
Bisogna fare attenzione ad usarlo, onde evitare di avere un effetto pagliaccio quando si vuole avere uno naturale.
Per il resto, le so si stende con l'adeguata delicatezza dosandolo senza essere particolarmente eccessivo riesce a dare un certo tono senza sembrare un pagliaccio, tanto che io stessa avevo un aspetto più sano e, visto che passo le mie giornate a lavorare davanti a un pc e la mia ora d'aria è effettivamente un'ora d'aria e neanche tutta assieme, è qualcosa che è notevolmente facile da apprezzare.
Ho provato questo prodotto sia in primavera che in estate, notando che anche per le pelli abbronzate (non la mia, io ho solo un leggero colorito dato dalla mia ora d'aria di cui ho parlato qui sopra) l'effetto è delicato e piacevole.
Il suo problema, decisamente, è aprirlo e chiuderlo.

Per il resto... LO CONSIGLIO!!!



domenica 7 agosto 2016

GHOSTBUSTERS!!!

Ghostbusters, http://lamiasolaopinione.blogspot.it/


L'altra sera sono andata al cinema con un'amica: io non avevo voglia di fare molto e lei non era piuttosto stravolta.
Abbiamo quindi optato per il cinema.
Al multisala, purtroppo per noi, c'era poca scelta decente e alle fine, visto l'esigenza di leggerezza, abbiamo optato per quello che sapevamo essere il remaike del primo film dei 4 acchiappa-fantasmi che ci hanno accompagnato durante l'infanzia.
Fondamentalmente, non mi aspettavo grandi cose, ma sono stata piacevolmente sorpresa: è molto più carino di quel che pensassi.
La storia è elementare: Erin è una professoressa della Columbia, laureata al MIT, che sta per ottenere la tanto agognata cattedra. Le cose però predono la piega sbagliata quando scopre che la sua vecchia amica d'infanzia, Abby, ha ripubblicato il loro libro sui fantasmi rischiando di farle perdere il posto, Erin cerca di intervenire e finisce su youtube mentre, piena di ectoplasma urla esaltata di credere ai fantasmi.
Viene così licenziata in tronco.
Le due donne aprono quindi assieme a Jillian (ingegnere nucleare collega di Erin e che anche loro, nel giro di 2 minuti vengono licenziate dalla loro università farlocca) un'agenzia di acchiappa fantasmi per investigare sul fenomeno in maniera scientifica.
Da qui al salvare New York il passo è breve.

La storia è molto godibile e anzi, sembra quasi più credibile rispetto a quello che dovrebbe essere il suo originale.
Ho personalmente trovato esagerata l'attrice che interpreta Jillian Holtzmann sia stata un po' troppo esagerata e un po' troppo imitatrice di Egon Spengler, ma alla fine è stata davvero simpatica.
La scelta di quello gnoccolone di Chris Hemsworth come segretario scemo è stata una chicca e davvero un bel modo di interpretare la segretaria scema al maschile, anche se forse era davvero troppo... e lui non si stava particolarmente impegnando nel ruolo, ma piuttosto divertendo.
La cosa bella è rivedere pian piano tutti gli attori che hanno recitato nei primi due film; i richiami erano carini ed è stato divertente cercarli (anche se ci sono rimasta male quando, non avendo visto il 4° acchiappa fantasmi, ho scoperto che è deceduto tre anni fa e che infatti il film è dedicato a lui).

Lo consiglio: se non si è degli idioti, lo si apprezza per la commedia leggera che è e che è anche divertente.
Per il resto... cacchio quanto è costato il biglietto!!!

Ghostbusters, http://lamiasolaopinione.blogspot.it/


ps: quando ci sarà il dvd, sono sicura che ci siano dei pezzi tagliati con Hemsworth che balla che saranno spettacolari!

Il ritorno del classico fantascientifico, perchè X FILES è per sempre

http://lamiasolaopinione.blogspot.it/, x files


EBBENE SI'.
Si riuniscono gruppo mummia.
Una mamma per amica torna sullo schermo.
Ci ripropongono Friends su Italia 1.
Bud Spencer è ancora tra noi (grazie Bud! L'uncia cosa buona!).
E Mulder e Scully, sono qui per ricordarti che la verità... è ancora la fuori.
Della serie: cosa non può fare la Fox per far fuori la rimanenza di magazzino.
Da qui una miniserie.

X FILES - LA SERIE EVENTO.

Una cagata stratosferica.
Mediocre bella trama, mediocre nelle storie.
Mettete tutte le più brutte puntate delle serie precedenti e queste sono peggio.
Se le 10 serie precedenti, nonostante alti e bassi era la più grande serie fantascientifica dopo (se non con) Doctor Who e che ha lasciato l'amaro in bocca per il mediocre finale, questa 11esima stagione è la degna conseguenza a quell'orribile puntata.
La storia dovrebbe avere un filo conduttore inesistente, che collega poi solo la prima e l'ultima puntata e c'è come tema principale il cambio di rotta di Mulder sulle teorie di cospirazione aliene e infatti ora gli alieni sono buoni e tutti i rapimenti sono invenzione di umani (in particolare uno, indovinate chi!) che creano una razza superiore (con l'aiuto di DNA alieno); certo, spesso mettevano rapimenti del governo camuffati da incontri del terzo tipo... ma qui è tutto messo all'ennesimo livello.


La puntata più bella è stata la terza, dove troviamo cosa? Un Rettiliano che piace tanto a Dr Who o ai fanatici degli alieni (che poi tecnicamente sarebbero meno alieni di noi al pianeta)? Beh, un fantastico ometto rettile, qui definito Lucertola Mannara (almeno nel doppiaggio italiano... non mi interessava vederlo in inglese e si sa, certi doppiaggi...).

venerdì 29 luglio 2016

Pubblicità degrado

Nello scorso post ho parlato del libro Solo per sempre tua, un libro disutopico dove le donne sono totalmente e irrimediabilmente oggetti a uso e consumo di un uomo.
Il mio animo femminista (termine che lì è usato come insulto gravissimo) lo ha trovato estremamente... beh, leggetevi il commento.
Mentre lo leggevo, comunque, mi è capitato di vedere una elle pubblicità dei prodotti Vitasnella.
Ora, personalmente odio le pubblicità della Sprite dove lui prende e parte per un viaggio inseguendo il suo sogno e lei è relegata in una casa. Sarà pure felice, ma mi sa che avrebbe fatto a cambio con il viaggio on the road.
Quella della Vitasnella è aberrante.
Credo sinceramente che non comprerò mai più un prodotto Vitasnella, per quanto alcune mi piacciano pure (Vipiteno? Sarai il mio Yogurt!).
Voi mi darete della drastica, ma ho un amico che non comprava la musica di Michale Jackson perchè pedofilo.
Io non guardo più i film di Jackie Chan da quando lui ha fatto affermazioni orribili sul popolo cinese (parliamo di anni fa, quindi non ricordo le parole esatte, ma vaffanculo io non do i soldi ai dispotici o chi sostiene regimi dispotici o li vuole ricreare).
La signora Luana poi ha avuto la genialata di dire una frase "Voglio rendere orgogliosa mia figlia per quella che sono e quella che sarò".
Il tutto legato alla dieta.
Certo, sua figlia è orgogliosa perchè la mamma è nel peso forma, è magra.
Se già la pubblicità di sta Luana era deprimente nella prima parte, dopo questa siamo arrivati al fondo e cominciamo a scavare.
L'uomo, perchè spero che sia un uomo quello che le fa dire una cagata del genere e non l'abbia pensato davvero una donna, è un cretino di prima categoria ho solo una cosa da dire:


Perchè quando ti tocca ascoltare una pubblicità del genere non puoi non ripensare alle pagine di quel libro e cominciare a temere che per molta gente, siamo davvero in un posto così cretino e che probabilmente ci sono imbecilli che credono davvero che se sei magra, la figlia è orgogliosa di lei.

Qui sotto, la pubblicità incriminata.



giovedì 28 luglio 2016

Disutopie vecchie e nuove

Oggi parliamo di libri.
Ebbene sì. I libri, quella cosa strana che tutti hanno ma in pochi usano.
L'argomento di oggi sono le disutopie.
Un genere poco commentato nel mondo, ma i due libri che qui tratterò sono particolarmente conosciuti nel mondo: uno perchè un classico, l'altro perchè - a quanto mi è sembrato di vedere - non solo ha fatto un buon lavoro di marketing, ma anche perchè... beh, merita.
I due libri sono Il mondo Nuovo di Aldos Huxley e Solo per sempre tua di Louise O'Neill.

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I due libri, scritti a quasi un secolo di distanza, dimostrano indubbie similitudini e personalmente ho notato molto del primo nel secondo, senza che questi però ne risulti un clone, anzi, ma è indubbio che un colosso del genere fantascientifico de Il nuovo mondo è il massimo riferimento del genere e se si vuole scrive un libro di questo genere, è impossibile non averlo preso almeno in parte come modello.
Le mie recensioni qui sotto riporteranno la mia personalissima opinione, senza farne un riassunto per un ovvio motivo: il primo libro è un classico e la sua storia se non è nota è facilmente recuperabile, il secondo è parecchio commentato sul web e quindi non è difficile trovarne il riassunto che quindi anche in questo caso è superfluo.


Questo libro, scritto nel 1932 è una straordinaria perla del genere fantascientifico.
Per argomento e sviluppo, si può pensare che il libro sia incredibilmente attuale, nonostante i suoi ottant'anni.
Scritto più di quindici anni prima del più famoso 1984, è come lui un lampante colpo di genio del suo scrittore.
In questo libro abbiamo tutto quello che si può volere nelle paranoie di chiunque, sia nel campo scientifico che politico: dall'eugenetica al controllo mentale, ma anche i comportamenti sociali hanno un secco e ben definito modello.
Come ogni brava storia, questa società è nata dopo una guerra e la nascita di un unico grande governo, dove non si sa l'origine di tutto questo e parlano di quello che era il passato, come un'era barbara.
In questo mondo ci sono tutti gli elementi che possono alimentare le fantasie dei paranoici e far penare i pensatori:

  • un governo unico i cui capi sono gli unici a sapere perchè sono così e come erano prima
  • ossessione per il nuovo e il buttar via le cose recuperabili anche se solo lievemente scheggiate
  • serializzazione di ogni cosa
  • sessualizzazione precoce indotta già in giovane età
  • alienazone ai sentimenti perchè sbagliati
  • nascite in laboratorio e in serie
  • divisione in caste (con tanto manipolazione dei feti per intervenire sullo sviluppo di chi non è destinato agli alti livelli)
  • utilizzo di droghe euforizzanti per compensare il mancato condizionamento che induce ad amare la propria vita ed è impossibile non prenderlo
  • parole tabu come padre e madre (che sono usate come insulti)
  • vita collettiva e inaccettabile scegliere di passare il tempo in solitudine (Benni? In questo c'entri anche tu? Eh, Benny? Tu e la tua casa Balilla?)
  • e avere opinioni politiche? Ma scherziamo!

Tutto però ha un cambiamento proprio quando questa bella società incontra un suo simile: gli abitanti quindi incontrano un giovane uomo nato per errore da una donna e un uomo (lei viene mollata dove ci sono dei primitivi e, creduta morta, passa lì la vita dall'abbandono in avanti) di un'alta casta e che, confrontandosi contro di loro si scontra.
Nei fatti lui è stato allevato con lo stile non civilizzato, pur sapendo leggere e scrivere grazie alla madre.
Lo stratagemma è geniale e non puoi fare a meno di parteggiare per il giovane John e nel uso conflitto con il mondo da cui teoricamente dovrebbe venire. 
Se da un lato, infatti, ti viene voglia di mandare a quel paese le donne della riserva che si arrabbiano con sua madre perchè "gli ruba i mariti" manco fosse la puttana di turno e i loro compagni non avessero scelta (ma parliamo comunque di un libro scritto da un uomo nei primi anni trenta del 900, non posso chiedere un cervello e comunque rispecchia bene anche molte situazioni qui contemporanee) e quando ritornano i contatti col nuovo mondo è allontanata da questo perchè... tatatadaaan: è una madre.

Il libro incuriosisce e appassiona e personalmente, avendolo letto per la prima volta a diciassette anni, lo reputo interessante per tutte le età e tutti i generi.
Non è complicato, nè contorto. Piacevole alla lettura e affascinante. Non ha idee di cospirazione, ma certo ti fa pensare, quasi a chiedersi il mondo non si sta dirigendo davvero fino a quel punto.
In fondo, guardatevi attorno: davvero non trovate un po' di tutti i punti in quella società?



Questo libro è decisamente un altro paio di maniche.
Lo ammetto, forse è un po' sessista (ma anche no, se Salvini più dire certe cose sulla Boldrini e non esserlo), ma non credo che sia una lettura per uomini.
Le premesse sono le stesse del libro precedente: il mondo per un qualche motivo (in questo caso le nostre amate catastrofi naturali) si è trasformato in Zone.
La storia è ambientata in una specie di scuola femminile dove le eva, le nuove donne (anche queste  nate progettate in laboratorio) vengono allevate per diventare le compagne degli Eredi della loro zona.
La protagonista tale freida (notare che no, la f non è maiuscola, ma nessuna donna avrà il nome maiuscolo), una eva insucura e bisognosa di conferme. Il suo ultimo anno di scuola è l'anno decisivo: come eva dell'ultimo anno, dovrà conoscere gli eredi ed essere scelta: o diventerà una compagna (come lei e la sua migliore amica isabel hanno sempre sognato), una concubina o una casta.
Il suo piccolo mondo però si sconvolge in quanto la presenza costante di isabel viene a mancare: lei, la favorita del loro anno, smette di essere l'ape regina della situazione e anzi, comincia a essere il genere di donna che nessuno vorrebbe essere: grassa.
Durante tutto il racconto ci sono costanti riferimenti all'indottrinamento che le eva subiscono sin dalla tenera età, o il comportamento feroce che lor hanno tra di loro che va dall'ipocrisia alla cattiveria sempre celate in un sorriso per amore della richiesta di accettazione.
Oltre a freida e isabel, un altro elemento fondamentale della storia e megan, altra eva del loro anno che, sparita isabel, diviene la nuova ape regina.
Premetto (e conoscendomi lo ripeterò anche alla fine) il romanzo è estremamente veloce e fosibile. Non è pesante e anche quando è futile, non è stopposo e che l'innumerevole numero di pagine è assolutamente veloce, vuoi perchè di solito i libri hanno caratteri più piccolì, così come la spaziatura.
Ma c'è quel però. 
Oh, c'è, ma è totalemente personale.
Perchè?
Perchè se Il nuovo mondo lo guardi con un certo distacco, questo libro un po' di colpisce, urtando il tuo ego.
Ormai trent'enne, posso permettermi di guardare la me adolescente e darle un bel calcio sul fondo schiena ossuto, ma non ho voglia di rivedermi in un personaggio come quello di freida.
Tutte le ragazze si illudono di essere come isabel: bella, carina, simpatica, sincera, onesta... insomma, l'ape regina che tutte noi gregarie sogniamo di incontrare, ma in verità sono tutte delle stronze come megan.
La questione gregaria, in fondo, è il vero problema. Più leggi di freida più ti immedesimi. Purtroppo non è per la bravura dell'autrice (o della traduttrice), ma è per quella bruciante vocina nella tua testa che ti fa vedere troppo di lei in te, o nella vecchia te. Da come non risponde quando dovrebbe, pur di non farsi nemica dal capetta di turno, della sua esigenza di piacere.
In un certo senso, la sua dipendenza da sonniferi te la rende più accettabile perchè tu non necessariamente sei dipendente dai farmaci.
Forse è vero che, non essendo un'adolescente, vedo al questione "social network" in maniera più distaccata di come farebbe una diciassettenne (e quando viene tolto loro non l'ho reputato così tremendo), ma l'ossessione della magrezza è una costante della vita di tutte le donne. Io personalmente sono magra e il mio problema non è mai stato dimagrire ma ingrassare, ma non ho passato una settimana degli ultimi dieci anni, senza sentire qualcuna che non se ne lamenta anche se non ne ha decisamente bisogno. Poi c'è l'insana esigenza di dover piacere che ti fa venir voglia di tagliarti le vene, visto che ti fa ingoiare rospi davvero grossi offerti dal falso sorriso della stronza di turno che è prona a distruggerti appena non la veneri.
Io ho avuto la mia megan e la mia megan mi ha distrutto con le diffamazioni di rito quando a un certo punto l'ho mandata a 'fanculo, quindi personalmente ho avuto la mia vittoria, ma la freida che è in me, nonostante gli anni e il lavoro su me stessa, è rimasta. E nonostante tutto, non sarebbe stato difficile per me rimanere freida.
Perchè lasciate perdere tutte le parti di condivisione virtuale della storia, per il resto, con o senza fotografie postate in rete e commenti del cavolo, siamo state tutte fredia e una delle sue sorelle eva.
Leggendolo non ho però potuto non pensare alla mia nipotina di undici anni e a come, in effetti, le cose si stiano avvicinando a quelle descritte.
Lasciamo perdere le assurdità messe solo per far arrivare alla creazione della scuola (la nascita di soli maschi per pillola che elimina la possibilità di concepimenti femminili), ma l'induzione delle donne di essere sottomessa, senza lamentele, stupida e analfabeta, ubbidiente, servizievole e a pura e sola disposizione maschile non è così lontano da quello che ti inducono a pensare ora: mia nipote, ad esempio, dopo aver ricevuto uno skateboard come regalo per la promozione mi ha commentato "lo so, ti sembrerà assurdo che io abbia voluto un gioco del genere, ma..." e si è sorpresa quando le ho detto che alla sua età anche io ci giocavo e che non era un gioco da maschi.
La presenza anche degli eredi, poi, è del tutto irrilevante se non nel mostrare come queste eva siano del tutto anonime e intercambiabili tra di loro per quanto quei ragazzi possano professarsi coinvolti, e che anche questi eredi lo sono, basta che loro riescano a finire nella categoria che hanno scelto (poi, più in alto va, meglio è), ma il problema della loro presenza è proprio non tanto l'impossibilità delle eva di scegliere se andare o no con uno di loro, ma anche di come attualmente ci mettiamo in mostra per dimostrare quali brave serve (non mogli) potremmo essere perchè dobbiamo essere etichettate e dimanere in quelle etichette e perchè devi essere sempre in relazione con un uomo se no non sei nessuno. 
E che hai una data di scadenza.
Sfumature poi sulle modifiche genetiche che eliminano il gene Arcobaleno poi è solo pura inutilità dell'essere e l'autrice poteva evitarlo se non vuole poi approfondire la cosa in un altra storia (che allora ben venga, io me lo leggerò volentieir).
Il finale di freida è piuttosto scontato, anche se non lo è il modo in cui si arriva: passando per isabel, fino al crudele destino che di isabel che alla fine ha ceduto le armi, o forse ha vinto.
L'amicizia/non-più-amicizia tra le due è un elemento costante nella storia e comunque un elemento estremamente interessante per l'interazione e nel far riflettere sull'amicizia, peccato che in fondo, non sia particolarmente approfondito e sembra solo la parte della (forse troppa) carne al fuoco della storia (come la questione del gene, ma questa non è più sviluppabile).

mercoledì 13 luglio 2016

Gotham, la serie televisiva pre Batman (I e II)

Si sa, certi super eroi americani non muoiono mai.
Batman è uno di loro.
Tra i primi (per ovvie questioni di effetti speciali - insomma, avete in mente la prima Wonder Woman? Orrore! L'unica vera bellezza sta nella Miss America che ha interpretato la protagonista) su cui hanno fatto una serie tv che solo per Catwoman non fa rabbrividire (o lo fa nonostante la bellissima Jalie Newmar, o la splendida Eatha Kitt) tanto che il Nananananana ancora è associato a Batman anche da chi non lo ha mai visto.
Ora in America, vuoi la situazione sociale dove hanno bisogno di sentirsi super, vuoi la possibilità di fare miriadi di serie televisive ai limiti (e oltre) della realtà, oppure semplicemente perché ci sono miliardi di dollari che possono essere messi a disposizione per affascinare la fetta di pubblico che ma i suoereroi, si stanno sbizzarrendo con i telefilm con personaggi della DC e della Marvel (i due grandi colossi dei comics, appunto), basti pensare a Flash, Supergirl, Green Arrow, Sheild, Jessica Jones, Daredavil...
Insomma, mancava solo Batman.

Ma trovare qualcuno che di punto in bianco ti faccia Batman in un telefilm, è decisamente difficile. Trovare anche dei bravi autori è improbabile: hanno di recente accantonato mille altri progetti proprio perchè sarebbe inutile far uscire quei personaggi con qualcosa di mediocre e, diciamocelo, se si sbaglia Batman...
Comunque cosa è stato scelto per ovviare la complessità di fare il personaggio?

Fare il Prequel. OVVIAMENTE.
E da qui GOTHAM.

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Sì, lo so, non è una novità: lo hanno fatto anche con Smallville e Superman. Hanno usato pure il nome del paesello sperduto dell'alieno più famoso del mondo come titolo.
Per fortuna, però, Batman e Superman sono diversi come background e mentre Superman rappresenta il classico telefilm adolescenziale di un ragazzo sfigato che è tale perchè nasconde un segreto ma che alla fine si fa la figa di turno (ci hanno poi fatto qualcosa con Teen Wolf, e mille altre stupidaggini simili), qui non è il giovane Wayne a essere il protagonista.
Piuttosto è solo una spalla del protagonista: il commissario Gordon (che quando fanno le riprese dinamiche mentre corre dietro a qualcuno ti fa venir voglia di uccidere tutti quelli coi capelli rossi per quanto è brutto e irritante). 

La prima serie, in verità, possiamo pure dire che sarebbe da evitare.
Hanno oggettivamente messo i personaggi classici e provato a mescolare un po' il tutto.
Ci sono infatti:
  • Selina Keyle che tra un po' fa la svenevole con Bruce (e qui piango, perchè se è vero che non sono una fan della coppia - nè mai lo sarò - le potenzialità spesso tolte al personaggio della ladra in latex sono così enormi che fa davvero dispiacere vedere Selina banalizzata) 
  • Bruce Wayne che ha talmente tanto margine di miglioramento che quasi ti dispiace
  • una Poison Ivy che è povera disadattata di prima categoria con la fissa delle piante
  • Due facce non ancora due facce ma già disadattato quasi a rassicurare il pubblico che una persona buona e retta non possa poi diventare il supercattivo figo che sappiamo tutti diventerà
  • Pinguino si salva, anzi ha un che di piacevolmente attraente senza il patetismo degli ultimi tempi
  • L'Enigmista mostra un interessante potenziale
  • Gordon e il suo partner si dimostrano ben sviluppati, anche se forse un po' troppo ripetitivi con quello corrotto (ma buono e leale) che fa da coscienza al protagonista.,
  • Fish Mooney è sicuramente il personaggio più interessante
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si, ti vien voglia di sbattere le loro fronti l'uno contro l'altro:
 gli autori hanno una mente limitata dalle loro fantasia e non riescono a capire 
che così rovinano la dinamica di Bruce e Selyna!


Alla fine della prima serie, personalmente, mi sono sentita delusa.
Lo stesso personaggio che d'istinto riagganci a Joker l'ho trovato bello solo perché l'attore è davvero bravo e lo apprezzo già da tempo, ma spero che Joker diventi qualcun altro, perchè lo stesso Cappuccio Rosso (primo pseudonimo del cattivone più apprezzato del bat-mondo - io preferisco Ivy) è già comparso per lo meno come idea intercambiabile per lasciare sempre dei rimandi ma non rassicurare il pubblico di aver trovato la verità (cosa comunque decisamente apprezzabile).

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Diciamocelo: ventidue puntate di puro rodaggio sono troppe anche per Batman e Gotham.

E' innegabile la bellezza dell'idea: Gotham, città allo sbando (tipo Roma ma non così bella) dove tutti sono corrotti e Gordon arriva proprio quando la coppia più ricca, retta e famosa della città muore sotto i colpi di un ladro davanti agli occhi del figlio.
La storia si intreccia quindi tra la vita di Gordon e la sua lotta contro il crimine, nonchè la ricerca di di Bruce della verità.
In effetti la puntata più bella è sicuramente l'ultima, dove viene addirittura trovata la (famosa) caverna sotto villa Wayne.

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La seconda serie è decisamente più apprezzabile e dove il filo conduttore classico delle serie americane (e che c'è pure qui, ovviamente: che sarebbe la scoperta degli assassini degli Wayne, filo conduttore che era del tutto assente nella prima stagione) si fa più strutturato, anche se come al solito piazzano cattivi futuri già sa subito.
Ma sicuramente c'è più emozione: dalla fissa dei Galvan/Dumas per gli Wayen, anche se vediamo Silver, la prima vera fidanzata di Bruce, come una di loro (perchè in fondo lo sapete: l'unica deve essere Selina, vero?) rovinano un po' le cose, e quando Bruce decide di stare per strada ha un che di blando e che hanno risolto troppo facilmente, ma in complesso la seconda serie è decisamente più interessante, tanto che persino Selina e Bruce hanno una dinamica decisamente meno leziosa (anche se mi verrebbe da dire "trovatevi una camera e fatela finita anche se non contraria" ma tanto è lei che ha il complesso di essere inferiore... va' a capire gli autori...), anche se, vuoi per l'età degli attori, vuoi SOPRATTUTTO per l'inadeguatezza di dialoghi e plot, mostrano sempre un che di finto.

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Ma c'è da dire che almeno non sono i protagonisti della storia e potrebbero anche evitare di metterli, basandosi soprattutto sulle storie sentimentali di Gordon (le uniche nell'intero mondo Gotham a potersi definire tali) che si intrecciano con la sua lotta della vita criminale in un modo che quasi ti fa dire "ma sempre a te? Che sfiga".

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Per fortuna l'arrivo di altri super criminali ancora non ufficialmente super criminali, dona del pepe in tutto e non solo nella maniera classica ma non classica (ovvero: "è vero, sono loro, ma noi autori siamo fighi e tentiamo - male - di fare qualcosa di diverso mantenendo i personaggi fedeli"), tanto che anche la fine della seconda serie è davvero intrigante, che lascia spazio a innumerevoli ed interessanti aspettative che fanno davvero sperare che anche la prossima serie sia ancora migliore (anche se già gli spoiler hanno un che di squallido per quello che riguarda Ivy: sul serio, ci sono mille possibilità, anche solo lasciare il personaggio così come è, ma no, loro devono trovare stupidi escamotage per farla diventare più vecchia e quindi utilizzabile... farlo da subito, no?) dove non ci siano solo storie prese un po' qua e un po' là, ma che si abbia un po' di senso: perchè lo vogliono dare e si vede e finalmente comincia ad esserci.


E lo ammetto: di mio spero arrivi Ra's (e Talia, ma quella vera, non la scimmietta che hanno fatto di recente o nell'orribile - ORRIBILE! - ultimo film di Batman: se vi siete fissati con Selina, cari autori, questo non vuol dire che dobbiate rovinare in questa maniera dei personaggi riusciti meglio di come fate riuscire lei), ma mi basterebbe capire chi è il clone di Bruce e se la mia ipotesi è giusta.

Consigliarei di guardarlo?
Solo agli amanti del genere (perchè scarseggiano anche in America di bravi autori) e questo è uno dei migliori in circolazione, oppure agli amanti di Batman che, diciamocelo, si fanno andare bene tutto.

Concludo con una perla:

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giovedì 30 giugno 2016

MARIA ANTONIETTA E LO SCANDALO DELLA COLLANA di Benedetta Craveri



Maria Antonietta è di certo la più famosa regina di Francia.
Più di Caterina de Medici, che tenne unito il regno mentre a uno a uno i suoi figli passavano a miglior vita.
Più di Anna, infanta di Spagna, che ha protetto il figlio con maestrale eleganza dalla Fronda e ha dato alla Francia il Re Sole.
Potrei continuare citando anche la cara Maria Leszczyńska o la povera e sola Maria Teresa e andare zizzagando per tutta la storia del regno che più di tutti rappresenta l' Ancier Regim.
Ma è Maria Antonietta, rosa di Versailles, che ha le sfumature più malinconiche di tutte.


Il clamoroso Affare della Collana, poi, è forse l'emblema dell'incredibile impiccio in cui lei e il marito si stavano andando a cacciare (un impiccio che farà saltare migliaia di teste tra cui la loro, ma che soprattutto ha cambiato il mondo intero).
In questo libro, praticamente un compendio viste anche l'esiguo numero di pagine, ha l'incredibile capacità di lasciare al lettore un'intensa e precisa idea dei fatti, analizzando i personaggi principali di questa che, se non fosse successa davvero, sarebbe semplicemente un'opera rappresentabile alla Scala, suggestiva e surreale a tratti, divertente per altri, sicuramente con note drammatiche di interessante rilievo.

E' inutile, per me, stare qui a parlare della storia in sè: tutti la conoscono. Quindi scusatemi, passo direttamente al libro.


 La Craveri qui analizza in maniera metodica i fatti, raccoglie le fonti e il suo punto di vista rimane velato, anche perché sono i fatti che si commentano da soli e questo aneddoto, che accomuna la figlia illegittima di una casa reale decaduta e la sua sventurata regina, è esemplare sul mondo che fu.

Personalmente, lo ammetto senza mezzi termini, mi è piaciuta molto una certa ambiguità che si può notare alla conclusione della storia.
Un'ambiguità che certo è data anche dalle pieghe del tempo, ma che non può non lasciarti avvolti nel suo mistero.
E' un aneddoto che la Craveri non si risparmia di notare e che invece risulta essere estremamente interessante proprio perchè denota la superficialità che era ben ritratta anche dai libri di Watteau: quando guardi la nobiltà ritratta dall'artista e leggi della stessa superficialità nella fine di quel libro, non puoi non capire perfettamente come mezzo secolo dopo la morte dell'artista, i francesi hanno fatto una (la) Rivoluzione.




Se sei interessato...


giovedì 16 giugno 2016

Oli nutrienti per capelli.

Tempo fa (taaanto tempo fa) comprai a mia madre uno spray nutriente per capelli.
Che poi non era uno spray. Era un olio che si sprizzava sui capelli.
Più avanti ne comprai incuriosita uno per me, ritrovandomi però a usare prima quello che mia madre aveva usato.
Questi sono l'Olio di Argan della Omia e quello di Amla della Khadi.
Qui ne parlerò ora.



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Quest'olio è piuttosto buono. 
Lo presi perchè era indicato per capelli secchi e fragili ed in effetti fa quello che dovrebbe fare: nutre il capello.
Preso per ammorbidire i capelli lisci, fa il suo effetto. Il problema è come si usa.
Il problema è che, per quanto dicano che non unge nè appesantisce, se segui le istruzioni che ti danno loro, ovvero applicarlo come balsamo dopo aver lavato i capelli, l'effetto è quello che nessuno vorrebbe mai volere: sembrano bagnati, sporchi.
Per quanto ne abbia capito, non è un problema solo dell'olio d'Argan, ma di tutti. 
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Coda di cavallo che necessita di gel o forcine
La cosa da fare è metterlo prima di fare la doccia e lasciare che faccia il suo lavoro. Io personalmente l'ho lasciato agire sempre un paio d'ore e poi ci si lava i capelli come al solito.
Dicono che può essere utilizzato sia sui capelli asciutti che umidi dopo lo shampoo, ma se lo mettete prima di fare la doccia o comunque lavarvi i capelli, vedrete che i capelli risultano essere sì lucidi, ma perchè danno un effetto gel. Penso quindi che se volete legarvi i capelli con un'alta coda di cavallo tipo questa qui sotto, allora credo faccia al caso vostro. Anche perchè almeno non è gel.
Comunque il suo effetto nutritivo lo ha eccome.
Personalmente ho avuto i capelli davvero più morbidi e quella sofferenza di due ore, perchè i capelli lunghi (e tutti quelli con i capelli lunghi sanno come si trattano) sono più districabili e hanno davvero un aspetto migliore.
Bisogna però avere pazienza. Non bisogna di certo spruzzarselo e subito dopo lavarsi i capelli.




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Preso dopo l'altro, sapevo cosa aspettarmi e cosa fare.
Questo lo presi per le ottime recensioni sull'Amla, perchè diciamocelo: quest'olio è presentato come il genio della lampada per i capelli e per quanto si sa che i miracoli non esistono, ci dovrà pur essere qualcosa di buono, no?
Il lato negativo dell'olio della Kadi è il dosatore, se quest'olio lo si vuole usare direttamente sui capelli, essendo conferito con un contagocce.
Personalmente, per applicarlo, l'ho messo nel boccettino ormai vuoto dell'altro olio e l'ho applicato così.
Anche questo bisogna usarlo alla stessa maniera dell'Olio di Argan, ma ammetto che la sensazione di nutrimento è più alta rispetto all'altro, anche se non di molto. Una cosa che ho notato è che se usato e lasciato applicare quel paio d'ore (loro consigliano anche tutta la notte, io non ho così tanto coraggio e poi riuscirei a dormire per il mal di testa che i capelli sporchi e oleosi mi producono) i capelli rimangono puliti almeno un giorno in più rispetto al solito.
Certo, non lo consiglierei come gel, anche perchè contrariamente all'olio di Argan l'odore non è così gradevole (e profumoso) ed ha dei residui dati dall'Amla (che potete vedere dalla stessa fotografia).





                     

Mi dispiace solo di averli finiti...

mercoledì 15 giugno 2016

Due prodotti Viviverde Coop

La Viviverde Coop è una linea che ha fatto impazzire il mondo delle squattrinate come me.
Perchè?
Basso costo e altamente "bio".
Quando si impazza sul web a ricercare le recensioni, infatti, sono talmente entusiaste che non si può non provare.
E invece...
Mia sorella adora comprare i prodotti alla Coop e quando ci va mi chiede se voglio che prenda qualcosa.
Qualche mese fa le feci comprare, presa da quell'ottimismo di cui tanto si parla il Deodorante delicato spray e la Crema viso Gel per pelli normali e miste.

Ma questa non sarà una recensione positiva. Ma manco per niente.

DEODORANTE SPRAY COOP

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Premessa. Io sudo come tutti. Ne troppo, nè troppo poco. Sudo nella media.
Anzi, se devo essere sincera, faccio talmente poco movimento che si può dire che non sudo così tanto.
Al massimo ci sono, come con tutti, dei tessuti che mi fanno sudare e altri no.
Da non comprare. Assolutamente. Se è vero che quello spray è più efficacie, allora non bisogna manco prendere quello roll-on.
Mi chiedo se chi li ha recensiti li ha davvero provati o no e per quanto tempo. 
Tranne un paio di loro, penso sinceramente che tutte le altre abbiano fatto copia-incolla e tanti saluti.
E se li hanno provati, per quanto tempo?
Io l'ho tenuto un mese. 
E poi ho detto "ma manco morta".
Non ho mai puzzato così tanto in tutta la mia vita. Anche quando non metto il deodorante.
E non parlo di molto tempo: parlo di poche ore. Prima di pranzo già sentivo che l'effetto del deodorante era svanito.
E se mi dite che allora avrei dovuto portarmelo dietro e usarlo ancora, il dito medio ve lo alzo dritto in faccia: una persona non si deve preoccupare che il suo deodorante non funzioni. E ci si può anche aspettare che non funzioni fino a sera, ma per l'amor del cielo! Almeno fino alla pausa pranzo!

Che fine gli ho fatto fare?
E' nel beauty-case da piscina: quelle volte che vado in un paio di SPA.
Perchè, va bene che costa poco, ma non posso fare a meno di non continuare a usarlo fino a quando non finisce.


CREMA VISO GEL IDRATANTE PROTETTIVA - pelli normali e miste


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Altro Flop.
Non basso come quel deodorante, ma un altro Flop.
Anche qui, dovrebbe essere proprio come dice l'iscrizione. Pelli normali e miste.
Il risultato?
Deprimente.
Non sono una di quelle persone che mette chili di crema addosso: metto sinceramente giusto l'indispensabile se non addirittura una dose inferiore, quindi non si può parlare del prodotto come "sovradosato".
Ho già usato prima creme gel, ma in effetti ne ricordo solo una della mia farmacia di quartiere.
Lasciando perdere la risposta plausibile che tutte le creme gel sono così (e no, perchè quella appena citata non lo era), l'unica cosa davvero bella di questa crema è il suo involucro che non lascia sprechi e non fa andare a contatto con l'aria la crema stessa.
A stenderla è anche liscia e spalmabile, non è densa, ma è proprio per la sua natura di gel.
Ma non mi sembra lasci particolari effetti positivi alla pelle. Non la sento idratata, ma piuttosto lucida.
E' come sentire un leggerissimo strato di pellicola trasparente sul viso.
Uno strato che ti rimane addosso per almeno mezza giornata (funzionasse così anche il deodorante...) e non ti fa sentire a posto, ma piuttosto con la pelle lucida.
Tendo a usare altri prodotti biologici?
Sì.
Una cosa che consigliano e che a me è capitato di fare e di avere delle buone performance (o comunque accettabili) è creare una sorta di bb-cream. Con questa è impossibile: sfalda letteralmente il fondotinta (e io ne uso uno della Avril, quindi non è esattamente il più chimico sul mercato, ma fa dannatamente bene il suo lavoro) e anche appena spalmata non permette che si stenda lo stesso fondotinta sopracitato.
La mia paranoia lo accusa anche dei brufoli che di recente mi sono comparsi, ma questa penso sia solo una mia paranoia.
Anche qui, è vero che mi è costata poco, ma questo non vuol dire che siano soldi sprecati.

Purtroppo, contrariamente al deodorante, al momento non ho una crema di rimpiazzo e mi devo accontentare di qualche tester che recupero o davvero di questa crema.
Per fortuna sono una che si dimentica di metterla.























IRIScan Book Executive 3

Tempo fa mi si ruppe il mio vecchio scanner.
Nulla di terribile, nè inaspettato: con più di 10 anni di onorabile attività, il mio vecchio scanner della Canon era ormai incompatibile anche con il vecchio pc. Mi è stato vicino ANNI, ma ormai negli ultimi tempi si bloccava e non funzionava e quindi, quando ha fatto il suo ultimo respiro, non mi sono sorpresa.
Per molto tempo mi sono arrangiata come potevo, ovvero scroccando gli scanner altrui.
Il problema principale è la comodità di utilizzo.
Spesso trovavo e mi trovo tutt'ora a dover avere delle scansioni in giro.
Chi è studente, infatti, deve poter avere la reperibilità di alcuni libri o per lo meno alcune pagine di essi e, diciamocelo, non a tutti basta la fotografia del cellulare. 
Io stessa, comprato il primo smartphone, ho notato la piacevolezza di una fotografia di buona risoluzione per i documenti, ma spesso serve qualcosa di più.
Qui entra in gioco l' IRIScan Book Executive 3, un aggeggio semplicemente mica male. Anzi. Io l'ho adorato da subito.
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La prima volta che sentii parlare di uno scanner portatile di questo tipo fu da mia sorella, proprio quando ancora piangevo le spoglie del mio amato Canon. Me ne innamorai subito, se non fosse per il prezzo che era decisamente lontano dalle mie tasche: sono fanatica di tecnologia, ma 200 euro risulta essere sempre un prezzo troppo elevato per me.

Mi sono ritrovata a doverlo usare in più di un'occasione, ritrovandomi estremamente soddisfatta:

  • Ho scansionato una pagina di scuola che mia nipote doveva mandare a una sua amichetta e la cosa difficile è stata trovare l'adattatore della microsd che le avevo regalato per il compleanno. In questo caso, poi, devo ammettere che forse una fotografia sarebbe bastata, ma l'amichetta era dalla nonna, quindi la cosa era impossibile
  • Ero in biblioteca e dovevo scansionare delle pagine per delle ricerche universitarie, ma i libri erano troppi per poterli ordinare tutti
  • Dovevo mandare dei documenti a un amico, 
  • Dovevo acquisire fuori casa delle immagini su cui lavorare.
La comodità strema di questo scanner sta nelle sue forme ridotte e nella sua assoluta leggerezza.
Se l'inghippo può essere che necessita delle classiche pile, questo io lo definirei anche un vantaggio: non avendo bisogno di essere sempre controllato se in carica o no, può essere sempre a disposizione.
Da quando l'ho comprato ho sinceramente dimenticato di utilizzare altri scanner anche perchè se ci sono fascicoli interi da scansionare, bisogna per forza di cose avvalersi di un altro genere di scanner che comunque non tutti, necessariamente, riescono ad avere a disposizione e implica la presenza di una stampante e di un luogo fisso dove stare e comunque, nonostante tutto, scansionare più di una pagina con questo adorabile strumento non è nè difficile, nè lunga.
Anche le istruzioni presenti sulla confezione e dentro di essa permette l'uso agevole e la comprensione del suo funzionamento.

Trovo anche interessante il prezzo: spesso è possibile trovarlo a prezzi inferiori rispetto a quello di base e comunque è uno dei prezzi più bassi per prodotti simili: io per lo meno l'ho pagato meno di 100 euro, prezzo assolutamente fattibile e onesto.


IL CALORE DEL SANGUE di Irène Némiruvsky e PAESI TUOI di Cesare Pavese

Volevo scrivere un post solo sul primo dei due libri del titolo, ma poi non ho potuto non fare mentalmente il paragone all'altro e la passione di quella lettura ancora è tanto forte in me che non ho potuto non decidere di metterla in atto.
Due libri che sono stati scritti nello stesso periodo, due libri che hanno una morte tragica al loro interno, due libri che indubbiamente mostrano una differenza abissale: quella dei due autori.

L'anno scorso il nome di Irène Némiruvsky è diventato famoso grazie a un film d'amore ambientato nella seconda guerra mondiale dove una donna francese si innamora di un soldato nazista che, se non ricordo male, è stato ospitato a casa sua. 
Ammetto di non aver visto il film per due motivi fondamentali: è una storia d'amore ed è ambientata nel periodo della seconda guerra mondiale. 
Ebbene sì, in questo blog parlo essenzialmente delle (dis)avventure morose di gruppo di donne, basandomi su storie veramente accadute, ma di romanzi rosa ne leggo ben pochi e, di sicuro, i film d'amore sono ben lontani dalla mia classifica dei film da non perdere.
Devo anche ammettere che la seconda guerra mondiale è in argomento piuttosto controverso per me. Sono una che legge documentari e resoconti di prima persona, che si è commossa con Elie Wiesel (pubblicherò certamente un riassunto del suo libro La notte e aggiungerò il link qui), ma non guardo i documentari sul nazifascismo, figuriamoci guardare un film simile.

Nei fatti, la signora Némiruvsky la conosco per un altro racconto.

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Il libro non è altro che il racconto controverso ed estremamente realistico. Provate a seguirmi. La storia comincia con il narratore Sylvestre che viene invitato al matrimonio della figlia di alcuni suoi amici di vecchia data a cui è molto legato: sua cugina Helene ed il marito Francois. Da qui sappiamo già qualcosa dei due coniugi: sono sempre stati molto innamorati e fin dal primo momento che Francois la incontrò quando ancora era una bambina, aveva deciso che si sarebbe sposato con lei. Già dalle prime battute, però, sappiamo che c'è qualcosa che non viene detto, che viene taciuto e che non tutti sanno; non era il primo marito di lei, non era nulla di che... forse. La storia comunque va avanti e parla del matrimonio dei due giovani innamorati (Colette e Jean) e si scopre anche molto sul perchè Sylvestre, un tempo di famiglia ricca e agiata, avesse invece perso tutto. La storia poi precipita in un giallo e i nodi vengono al pettine. Cose che il lettore intuisce solo o ha il sospetto, alla fine hanno un senso compiuto.


Questo breve racconto (scusate, ma per me è davvero difficile chiamarlo romanzo visto che il formato della Piccola Biblioteca Adelphi è di un A5 e il numero di pagine si aggira ai 150 con una velocità di lettura che può essere da un giorno a un'ora - dipende dal lettore) racconta quello che in verità era quasi la norma nelle storie di paese, parlando di una certa omertà dilagante, dove la noia porta ad azioni che in facciata non si farebbero mai, dove il rancore da tempo nascosto viene alla luce in tutto il suo fuoco. Se inizialmente puoi patteggiare per un personaggi, poi non puoi non trovarlo insofferente per il finto perbenismo che impone. Le persone del villaggio poi sembrano così simili a tutti gli abitanti di un certo mondo antico, dove devi obbedire alle loro regole, essere con loro e rimanere dalla loro parte e dove non c'è spazio che per l'assecondare un volere collettivo, dove, soprattutto, tutti sanno tutto ma nessuno sa niente e anche quando hanno deciso e voglio ammonire, comunque non parlano della verità di quello che è e che tutti sanno.
Il libro riesce ad essere in una così veloce lettura, tutto quello che molti libri tendono a voler essere in molte più pagine, anche se forse non sarebbe mai riuscito ad andare più nel profondo nella denuncia dell'ipocrisia di una finta vita perfetta dove il mondo agreste è idilliaco che non lo è e dove i rancori e le passioni non sono latenti, ma solo mal celate.

Insomma: un classico: nessuno parla ma tutti sanno tutto, tranne chi dovrebbe.




Autore di tutt'altro calibro è invece Cesare Pavese, sopratutto in PAESI TUOI .

Lessi questo libro bella più completa ignoranza. Solo dopo associai uno dei libri-polettone (La luna e il falò) di cui mi parlavano alcuni compagni e che il mio professore di italiano non ci fece mai leggere (preferendo molto di più Memorie dal Sottosuolo).  


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Anche Paesi Tuoi è un libro campestre, come l'altro. Ma qui il narratore non è un uomo ormai ritiratosi dal mondo, ma piuttosto un giovane ragazzo torinese: Berto.
Berto incontra in cella Talio, un contadino che non gli si scolla di dosso e che infine segue, finendo in un posto a lui del tutto estraneo: la campagna.Qui fa la conoscenza della famiglia di Berto: dal padre Talino (che guai a chi gli tocca l'unico maschio), alla madre alle quattro sorelle.
La differenza tra Berto e i suoi ospiti è profonda, lui non ha un'alta considerazione, se non per la più giovane, Gisella, che è l'unica ad avere un minimo di attrattiva ai suoi occhi.
Il ragazzo veleggia, come il lettore, che c'è qualcosa che non va, ma come il lettore prosegue con la sua storia fino all'atto tragico e Berto, sconvolto, l'unica cosa che vuole fare è tornarsene a casa. Qui di idilliaco non c'è nulla, solo la cruda realtà del mondo.Tutto è intenso in quello che accade e non c'è nessun mistero da svelare. Anche qui tutti sanno e tutti tacciono e solo Berto, che è estraneo, rimane veramente sconvolto dalle azioni che vengono perpetrate. Qui Pavese affronta temi forti e terribili, dalla violenza, all'incesto, dal maschilismo alla violenza di genere in un libro che sconvolge e quando lo finisci non puoi ancora credere di averlo letto davvero.
Qui si parla di passioni profonde, di ingiustizie inaudite e di rifiuto, della Bestialità della condizione umana.Nei fatti, Pavese vuole mostrare anche il cambiamento del mondo, come si stanno evolvendo le cose, dal malessere delle persone alla sempre attuale migrazione.
Temi allegorici usati o no, non riesci a rimanere indifferente davanti alla storia che Berto racconta, non puoi farlo.
Nel romanzo c'è la misoginia che ancora è ben presente nel nostro Paese, dove il figlio maschio viene difeso da tutto: dagli incendi, dallo stupro, dall'omicidio.
E' un libro intenso e, ben lontano dall'essere splatter, ti da meglio di altri un forte senso di orrore, come un pugno allo stomaco: perchè anche se non è reale, è indubbio che abbia un che di realistico.


Se anche tu sei interessato a leggerli...