La mia (troppo) piccola biblioteca è costellata di romanzi infiniti e racconti brevi. Non me ne faccio una colpa, amando la lettura non posso fare a meno di vagare su qualunque cosa. In verità non ho più un genere letterario fisso, se l'ho mai avuto, e mi diletto quando ho tempo di leggere qualunque cosa.
In verità negli ultimi anni i miei sforzi economici si sono indirizzati maggiormente su saggi storici (Robespierre!! Robespierre!!) o libri di architettura, urbanistica e paesaggio.
Se però voglio seriamente rilassare la mente (i saggi storici mi attivano la fantasia e non mi fermo più, gli altri li uso per lavoro e studio) mi piace passare il tempo con libri decisamente più tranquilli. Ovvero tutti gli altri.
In questo post voglio parlare di un genere di libro che chiamerei libro breve.
Perchè andiamo: non tutti siamo capaci di passare troppo tempo su un buon libro con un interessante numero di pagine, tanto vale provare a godersi un libro più breve che permette quindi di passare in fretta ad altro, viso anche la sempre più bassa capacità di attenzione.
LA CERIMONIA DEL MASSAGGIO
di Alan Bennet (Edizioni Adelphi) è uno di quei libri. All'autore britannico sono bastati meno di cento pagine per raccontare una storia completa. I personaggi di cui parla o accenna appena sono infiniti, ma allo stesso tempo pochissimi.
La storia è piuttosto semplice: si tratta di una cerimonia funebre. La cerimonia di beneamato Clive, un massaggiatore che ha unito un numero non ben definito di personaggi del mondo della spettacolo che si sono quindi tutti riuniti per la sua commemorazione.
La storia è piuttosto semplice: si tratta di una cerimonia funebre. La cerimonia di beneamato Clive, un massaggiatore che ha unito un numero non ben definito di personaggi del mondo della spettacolo che si sono quindi tutti riuniti per la sua commemorazione.
Padre Jolliffe Geiffrey (sua madre - l'autore - deve averlo odiato quando l'ha creato per dargli un nome del genere) è il punto di vista effettivo della storia, essendo anche il cerimoniere di questa commemorazione. E' un prete anglicano a cui si contrappone sul piano religioso quello di Treacher (il cui nome mi sembra alluda incredibilmente a quello della Thatcher, ma forse sono io che non sono abbastanza anglofona), che è un'altra mentre narrante.
Padre Jolliffe si contrappone anche all'amico Clive: tanto il primo è suo malgrado forse, solitario e imbranato, l'altro è mondano e catalizzante.
Clive è morto misteriosamente in un luogo remoto e quasi tutti i partecipanti temono che il male incurabile che lo ha ucciso sia, essenzialmente, una malattia sessualmente trasmissibile.
Non è infatti nascosto al lettore che l'aitante massaggiatore di colore sia o sia stato l'amante praticamente di tutti i presenti.
Man mano il racconto procede, quasi ti affezioni a tutti i personaggi, dalla vecchietta che si spaccia per una parente del defunto, al (troppo) giovane ragazzo che tenta di parlare. Sono pochi i personaggi che hanno davvero un ruolo, sembrando per lo più un corale di emozioni simili e personali che li rende comunque tutti importanti: sembra quasi che sia la teatralità dell'intera situazione, non senza una certa ironia, tutte le emozioni umane possibili in una situazioni del genere e che sia questo timore e questa voglia di vivere ad essere i protagonisti dell'intera vicenda.
Man mano il racconto procede, quasi ti affezioni a tutti i personaggi, dalla vecchietta che si spaccia per una parente del defunto, al (troppo) giovane ragazzo che tenta di parlare. Sono pochi i personaggi che hanno davvero un ruolo, sembrando per lo più un corale di emozioni simili e personali che li rende comunque tutti importanti: sembra quasi che sia la teatralità dell'intera situazione, non senza una certa ironia, tutte le emozioni umane possibili in una situazioni del genere e che sia questo timore e questa voglia di vivere ad essere i protagonisti dell'intera vicenda.
Non è possibile definire questo libro il più bello che si sia mai letto, ma certamente fa la sua figura. Il racconto è adatto per passare un pomeriggio per ridere un po' alle spalle (inesistenti) di persone che si sentono invincibili fino a quando non si trovano davvero davanti alla possibilità della morte. Non ti fa pensare alla profondità dell'essere o al senso della vita (per quando l'argomento che da origine al tutto sia serissimo) ma sicuramente ti distrae un po'.
Lettura consigliata durante un caldo e tranquillo pomeriggio.
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