Stasera è uscita la prima puntata di una nuova miniserie italiana, Sorelle.
Personalmente non apprezzo tantissimo i telefilm nostrani e, da brava cinecriticona, sparo a mille soprattutto perchè sono spesso di una mediocrità recitativa e di sceneggiatura che mi fanno vergognare. Anche perchè anche certe mediocrità straniere sono più apprezzabili per lo meno, se non hanno una di queste due semplici cose (recitazione e sceneggiatura) almeno l'idea creativa. E diciamocelo: il cinema italiano sta passando davvero una fase terribile, figuriamoci i prodotti seriali.
Non nego però che ci sia qualcosa che, se proprio non posso definirlo entusiasmante o innovativo, per lo meno lo definisco interessante.
Questo è quello che posso dire di Sorelle.
Ok, ammetto che stimo sinceramente Anna Valle, che non solo è di una bellezza invidiabile, ma ha anche quello che si dice la capacità di bucare lo schermo. Non cambia mai particolarmente nel modo di recitare, è un po' come Alberto Sordi quando spiegò a un suo fan americano come faceva a entrare così bene nel ruolo lui rispondeva che, semplicemente, metteva i vestiti del lavoro, confermando che era sempre se stesso. Anna Valle sembra fare la stessa cosa: è sempre lei che, in questo caso, è avvocato e sorella maggiore di una (bellissima quasi quanto lei) Ana Morariu e figlia di una Loretta Goggi che è piacevole, ma anche no, e non so se è per colpa del personaggio, fatto oggettivamente male, o della sua voglia di essere se stessa e allo stesso tempo qualcosa di inaspettato per i pubblico. Forse entrambe.
La storia è ovviamente un giallo di come ce ne sono stati sempre tanti nel modo di fare gialli in Italia: Chiara torna a casa, sua sorella è sparita e si scopre morta, rapporti complicati e cose non dette, segreti, antichi amori e altrettanti rancori... Sul serio, niente di nuovo.
C'è un però.
Il però è che comunque la storia è presentata in maniera piacevole.
La storia, nella sua banalità, è strutturata bene e promette di avere un interessante svolgimento.
Il primo capitolo infatti intriga, Anna Valle riesce a mantenere un tono alto tutto il tempo, nonostante le solite filippiche sui sogni che comunque posso anche giustificare: una sorella scomparsa può creare serie inquietudini. Io sono così traumatizzata dagli esami di matematica che per me coincidono con brutte cose di famiglia (dalla morte del mio cane, a parenti vari che finiscono sotto i ferri) che l'altro giorno ho sognato di subire io stessa un incidente stradale mentre andavo a sostenerlo.
Poi ci sono i misteri inspiegabili che sono apparentemente lontani dalla sparizione di Elena, nonchè della scoperta, da parte di Chiara della presenza di segreti che avvolgevano la vita della sorella minore.
Capirete che ci sono già molti nodi che sono stati trovati, ma è stata una lunga puntata e non sono stati sputati fuori l'uno dopo l'altro, quanto piuttosto mostrati con un adeguato ritmo.
Il legame, poi, tra le due sorelle, che poi dovrebbe essere il fulcro dell'intera storia, si dipana piano piano già davanti agli occhi e, con tutto il cuore, penso che i due personaggi siano molto realistici anche se le battute tra le due non sono sempre al meglio delle possibilità e sembrano anche forzate : emblematica la discussione che le due sorelle hanno avuto nei ricordi di Anna nella casa romana di lei dove il fittizio fa da padrone e dove si nota una certa volontà di voler dire e non dire per non svelare troppo con un risultato piuttosto scadente.
Nota particolare spetta a Matera.
Finalmente la città protagonista non è un paesino, o Napoli, o una Roma ripresa a cazzo. E' una città, patrimonio dell'unesco che meritava di essere filmana un po' anche perchè è talmente complicato poter andare a visitarla che almeno la si vede in televisione. Sapete che manca la ferrovia, vero? Hanno una stazione ferroviaria ma mai avuto una ferrovia e ci vogliono almeno due ore per raggiungere un aereoporto...
Certo, anche per quello che riguarda gli attori che dovrebbero essere materani ho da ridire. Non sono Matarrese (sì, vi ho chiamato così! Wahhahaah) ma non ho riconosciuto l'accento... che non senti i miei parenti di quelle parti da così tanto tempo? Soprattutto perchè qualcuno sembrava campano e qualcun altro pugliese... bah... qui posso sbagliare, in fondo il dialetto o il semidialetto lucano lo parlo solo con mia nonna (o quando la prendo in giro). Forse costringere l'attore ad assumere o un accento più autoctono oppure una dizione pulita sarebbe stato gradito.
Per il resto... speriamo che la storia non cada nel banale se no insulterò tutti.
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