giovedì 15 giugno 2017

Umani o non umani... questo è il telefilm!

Se qualcuno di voi ha guardato Merlin, sa che è una serie televisiva britannica che era partita con un ottima sceneggiatura per andare pian piano a degradarsi. La cosa buona che ha fatto è stata lanciare giovani attori quali Katie Mc Garth (Morgana), Colin Morgan (Merlino), James Bradley (Artù), mi spiace che non abbia fatto altrettanto con Angel Coulby (Gwen) ma probabilmente la repulsione per lo show e di riflesso per Ginevra, deve aver colpito anche lei che però è deliziosa, ma che comunque ci ha fatto lustrare gli occhi con quel bel figliolo di Eoin Macken e un Santiago Cabrera che ha interpretato uno dei ruoli peggiori che potevano affidargli (ma per lui era una kermesse).
E mentre la bella Katie si lancia in lavori americani, il suo connazionale (grazie Irlanda, sul serio!) si è messo a lavorare in una chicca.

Humans.
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Otto episodi per la prima stagione e una terza in programmazione.
lamiasolaopinione.blogspot.itLa storia è in verità un ramake. Ma diamo a Cesare ciò che è di Cesare: quando nel Regno Unito decidono di fare il ramake di una serie contemporanea di un'altra nazione, la fanno davvero bene.
In questo caso la Serie è Svedese, non è mai arrivata in Italia (PURTROPPO) e sicuramente è meritevole: da della spazzatura non riusciresti a produrre qualcosa di decente. Spero che un giorno riuscirò a ripigliarmi abbastanza per guardarla con i sottotitoli. Vorrei comunque far notare la mediocrità di chi compra solo le serie americane/britanniche da rifilarci.


Premessa. Qui sotto ci sono un "paio" di spoiler, quindi se non volete saperli, sappiate una cosa: se vi piace il genere fantascienza con Intelligenza Artificiale e Singolarità Tecnologica, dovete assolutamente vederlo.

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Humas, comunque, parla della - trita e ritrita - questione dell'intelligenza artificiale: da Blade Runner (ho visto cose che voi umani...) a... beh. Tutto: anche quei robottoni dei Trasformers, in fondo.
La storia è semplice: in un mondo dove i robot, qui chiamati Synth (sì, lo penso anche io: sembra un sacco il nome della voce dell' I-phon), vengono utilizzati sostituendo la bassa manovalanza: dalle prostitute ai lavori domestici. Non sono creature senzienti: sono umani senza esserlo. Con le solite leggi della robotica (Symov, dopo 75 anni, sai ancora come rompere le scatole), senza emozioni, senza opinioni...
Ed è allora che una famiglia, gli Hawkins, ne comprano una per aiutare in casa. Questa è la bellissima Anita (come la chiameranno loro). Questa Anita però sembra sin da subito strana agli occhi della diffidente Laura ( Katherine Parkinson), ma anche della figlia maggiore Sophie (Pixie Davis). Le due, ovviamente hanno ragione. Anita, in verità è Mia, un'androide senziente di 14 anni (la vita massima è di 4) che è stata presa, riprogrammata e venduta. Mia (Gemma Chan) faceva parte di una famiglia composta da 5 individui: Max, Leo Elster (figlio del loro creatore, più che umano un cyborg), Niska e Fred. Questi ultimi due sono stati presi come Mia e, mentre lui è finito a raccogliere verdura per poi essere catturato dai servizi segreti e lo scoprono senziente, Niska finisce in un bordello.
In parallelo ci viene mostrato soprattutto un altro personaggio, George Millican (William Hurt) ex collega del padre-creatore dei 4 Senzienti che, ormai anziano e semi-invalido tenta il tutto e per tutto di salvare il suo Synth, non tanto per quello che è, quanto per l'affezione che ha per lui e per quello che rappresenta. Un attaccamento meraviglioso, nonostante il suo Odi sia praticamente un rottame: paragonato alla vita umana era nel pieno della demenza senile.
Il rapimento dei tre, la scoperta di un Synth senziente e la ricerca della sua famiglia da parte dell'organizzazione che li produce e li vuole studiare e le vicende interpersonali della famiglia Hawkins (il cui nome ha un certo richiamo sonoro con il fiore all'occhiello del mondo scientifico britannico) e la ricerca dei vari membri di tutta al loro famiglia da parte di Leo e (un meraviglioso) Max, rende tutto estremamente coinvolgente.
Direi quasi che uno dei motivi per cui funziona questo telefilm è proprio perchè parlano di Androidi. Purtroppo se fossero umani non avrebbe la stessa presa perchè vorrebbero infilargli troppa drammaticità. Gli argomenti trattati però sono piuttosto palesi, come in tutti quelli sull'argomento: dal razzismo al commercio degli esseri umani, dal lavoro e le sue politiche alla concezione del diverso.

Ora veniamo alle critiche del generico.

Trovo certe sfumature un po' stridenti e generalizzate. Mia ad esempio la vestono sempre come un'operaia cinese, le acconciature sanno di anni '60 fin troppo spesso, soprattutto per le signorine. La bella bionda costretta a prostituirsi, oltre che palesemente originaria dell'Est Europa ha un nome altrettanto slavo. Credo sinceramente che potevano evitarlo, per quanto la voglia di rinfacciare ai telespettatori tutto questo c'era ed è intuibile. Personalmente potevano risparmiarselo, ma solo perchè è tutto molto palese.

Ora vediamo cosa dice la seconda stagione...


Viene palese il paragone con l'altro telefilm sull'Intelligenza Artificiale: Westword.

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L'argomento è infatti lo stesso e trattano le stesse cose quasi alla stessa maniera, ma i Synth sono più simili all'idea di I, Robot, piuttosto che Westword. E gli umani non vivono dei giochi di ruolo con loro se non nella normalità della vita dove non sono che oggetti dall'aspetto di persone, invece che le persone-oggetto della realtà.
Sono, comunque, entrambi due gran bei modi di trattare il tema: il primo alienandolo in un parco di divertimenti in tema FarWest, l'altro nella quotidianità.

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